quarta-feira, 19 de fevereiro de 2020

Atalanta-Valencia, le chiavi tattiche della sfida

San Siro rivede gli ottavi di Champions League a esattamente sei anni dall'ultima volta: per l'Atalanta è l'ennesima prova di maturità, contro un avversario più ostico di quanto il nome non dica


Stasera San Siro rivedrà gli ottavi di finale di Champions League esattamente sei anni dopo l’ultima volta (Milan-Atletico del 19 febbraio 2014) anche se ancora una volta a giocarci invece di una delle due squadre di Milano sarà l’Atalanta, arrivata quasi inaspettatamente nelle migliori 32 dopo un avvio di girone a dir poco traumatico.

Almeno sulla carta l’accoppiamento uscito fuori dal sorteggio non è dei più ostici per la squadra di Gasperini, anche calcolando l'attuale momento di forma dell'Atalanta, che rasenta quasi la perfezione. Questo, però, non dovrà portarla a sottovalutare l'avversario, qualificato in un girone che comprendeva anche Chelsea e Ajax, e che in campionato è stato capace di battere il Barcellona e di fermare sul pari le due squadre di Madrid. Una partita, insomma, che sarà anche l’ennesimo test di maturità, come si dice, anche se ormai è difficile ancora considerare l'Atalanta una sorpresa del nostro campionato, dati i risultati raggiunti negli ultimi anni. Più che altro, la squadra di Gasperini dovrà dimostrare di essere capace di leggere e assorbire anche le pieghe imponderabili che spesso prendono le partite di Champions dagli ottavi in avanti, anche contro gli avversari più impronosticabili.

Nuovo, vecchio Valencia
Il Valencia ha cambiato allenatore, inaspettatamente, nel mese di settembre dello scorso anno: nonostante il buon percorso di Marcelino a livello di risultati e di identità di gioco, la proprietà ha preferito puntare su Albert Celades, al suo esordio da allenatore di prima squadra dopo l’esperienza alla guida di diverse selezioni Under della nazionale spagnola e da vice in quella maggiore, oltre che una brevissima parentesi nello staff di Lopetegui al Real Madrid.

Celades ha mantenuto sostanzialmente inalterata la struttura di base instaurata da Marcelino nelle precedenti due stagioni, confermando il 4-4-2 di zona pura dall’atteggiamento conservativo e dunque dal baricentro medio molto basso. Le fasi di possesso sono abbastanza elementari e dirette, e sfruttano prevalentemente l’utilizzo delle catene laterali e delle combinazioni tra terzino e ala per risalire il campo, mentre le due punte si occupano di cucire il gioco centralmente e lateralmente o attaccare la profondità, a turno. Tutte situazioni già viste in epoca Marcelino, insomma, con la confermata centralità di Dani Parejo in mezzo al campo e una grande responsabilizzazione degli esterni offensivi nella creazione di opportunità.

C'è da dire, però, che il Valencia, tra squalifiche e infortuni, avrà diverse assenze cruciali a San Siro: oltre a Garay, che ha avuto una lesione al menisco a inizio mese, anche Gabriel Paulista è uscito malconcio dalla partita contro l’Atletico (ma sarebbe stato comunque assente per squalifica), pertanto Diakhaby e Mangala avranno il duro compito di contenere l’esplosivo attacco dell’Atalanta. Davanti, invece, sarà assente Rodrigo, e Celades opterà verosimilmente sulla coppia “leggera” Guedes – Maxi Gomez.
valencia
Dalla passmap e dalle posizioni medie del Valencia contro l’Atletico Madrid nell’ultima giornata di Liga abbiamo un buon quadro delle abitudini offensive della squadra di Celades: la posizione affilata delle punte, il tandem in mediana con Parejo principale fulcro di gioco e Kondogbia supporto, la zona di azione molto stretta di Soler unita all’intraprendenza di Gaya a sinistra, l’asse Wass-Ferran Torres (in mancanza del nuovo arrivato Florenzi, infortunato) sulla destra. Insomma, tutte caratteristiche che avremmo trovato pressoché identiche guardando una mappa delle stagioni di Marcelino.

L’Atalanta dovrà ottimizzare gli attacchi
In fase di non possesso, dunque, Gasperini avrà la priorità del controllo di Dani Parejo, a cui delegherà probabilmente uno dei due mediani, e delle scalate sugli esterni. Abbiamo visto che l’Atalanta tende a tenere i quinti, Hateboer e Gosens (ma anche Castagne è in ballottaggio), quanto più alti possibile, motivo per cui è lecito credere che verranno utilizzati sui terzini avversari, ma sarà interessante vedere come i difensori centrali gestiranno gli accentramenti di Ferran Torres e Soler e i movimenti fluidi delle punte. Gasperini potrebbe anche optare per un utilizzo sfalsato dei suoi esterni, aggiustandone l’altezza in base alla posizione del pallone.

Date le caratteristiche del Valencia, è probabile però che l’Atalanta sarà chiamata a giocare una partita dalle alte percentuali di possesso e con parecchie fasi di attacco posizionale nella metà campo avversaria. Disordinare il blocco basso del Valencia potrebbe non essere semplicissimo, anche se le pesanti assenze in difesa potrebbero avere una certa influenza sull'efficacia difensiva della linea di Celades.

Nell’ultima partita di campionato, contro la Roma, Gasperini ha mostrato ancora una volta di poter utilizzare Gomez come “apriscatole” in qualsiasi zona del campo a seconda del contesto di gara. Nel corso della stagione lo abbiamo visto agire addirittura davanti alla difesa, mentre contro la squadra di Fonseca, che aveva scelto un 4-1-4-1 con Mancini davanti alla difesa proprio per seguire meglio i movimenti di Gomez, l’argentino è stato spostato in un secondo momento in alto a sinistra, per creare una crisi di marcatura tra il terzino e il difensore centrale di destra della Roma, e sfruttare dunque gli spazi che si venivano a creare di conseguenza.

Anche sul gol del vantaggio di Pasalic, lo spostamento di Gomez sul centrosinistra ha fatto la differenza, fungendo da calamita insieme all’inserimento di Freuler per attrarre l’attenzione della disordinata difesa romanista e creare uno spazio perfetto per il croato. Insomma, una duplice dimostrazione sia di lettura tattica, sia di cambio efficace, dato che Pasalic era appena entrato per Zapata, e a differenza del colombiano partiva da una posizione più arretrata che gli ha consentito di guadagnare questo vantaggio.

Gasperini dovrà confermare questa flessibilità anche e soprattutto in Champions, dove il contesto gara è intrinsecamente instabile e mutevole. Contro il Valencia, avversario pressoché monotematico ma tenace nel contenere il centro del campo, sarà importante sfruttare a dovere l’ampiezza offensiva (e tipicamente l’Atalanta non delude mai sotto questo aspetto), ma se ciò non sarà sufficiente a generare spazi bisognerà reagire con prontezza. In generale, comunque, l’Atalanta riesce sempre a produrre un’elevata mole di occasioni: ben 2,07 xG prodotti su azione in Serie A a partita, con una media di xG per tiro di 0,13. In entrambe le statistiche l’Atalanta è la prima in classifica del campionato. Certo, il livello degli avversari in Champions è diverso, ma la squadra di Gasperini ha già dimostrato di saper fare la differenza anche nella massima competizione continentale. 

Decisiva sarà però la qualità delle finalizzazioni: anche in questo l’Atalanta ha un rendimento abbastanza alto sulla conversione in gol dei tiri prodotti (il secondo valore del campionato, 13,10%), almeno in campionato. Durante il girone di Champions, invece, ha dilapidato un numero impressionante di occasioni, e questo aspetto potrebbe essere esiziale in una sfida a eliminazione diretta come quella di stasera.

Insomma, ci aspetta una gara estremamente appassionante, dal punto di vista tattico ed emotivo. Come una vera partita di Champions, del resto.

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