I granata vincono in rimonta cancellando lo svantaggio iniziale firmato da Grassi. Espulso Semplici nel finale. Gli emiliani si giocano la salvezza all'ultima giornata
Come ribaltare una partita in meno di mezzora, come ritrovarsi a sentire di nuovo l’odore della retrocessione dopo aver sentito il profumo della salvezza: il Toro torna a vincere per salutare i suoi tifosi come chiedeva Mazzarri, con un’impennata di orgoglio dopo essere andato sotto e aver fatto sentire quasi al sicuro la Spal con un primo tempo sotto ritmo e senza cuore. La squadra di Semplici è crollata sotto il peso di una flessione atletica e dei suoi errori (gravissimo quello di Everton Luiz sul 2-1 decisivo di De Silvestri) e deve riflettere su quelli almeno quanto può recriminare per un sospetto fallo da rigore di Moretti su Felipe a pochi secondi dal fischio fiale. Ora la classifica la condanna e dovrà giocarsi la Serie A all’ultima giornata contro la Samp, senza tre squalificati (Everton Luiz, Salamon e Cionek).
LE SCELTE — Pur senza più nulla da chiedere alla classifica, Mazzarri per salutare bene il pubblico del Grande Torino punta sulla formazione che si può definire titolare, con il rientro di Belotti e il ritorno di Iago, che gli gioca un po’ a fianco e un po’ alle spalle assieme a Ljajic. Per il resto il trio difensivo più collaudato, con De Silvestri e Ansaldi sulle fasce e la coppia Baselli-Rincon davanti alla difesa. Semplici, fedele al 3-5-2, risolve l’unico vero dubbio della vigilia preferendo Salamon a Simic, per completare il trio davanti a Gomis con Cionek e Felipe. Senza Lazzari e Mattiello (neanche in panchina), sulla fascia destra va Schiavon. Schiattarella è recuperato almeno per la panchina, ma da "play" gioca Everton Luiz, con Grassi e Kurtic ai suoi fianchi. La coppia offensiva è confermatissima: Paloschi-Antenucci.
ACUTO SPAL — Il comando della gara del Toro dura più o meno un quarto d’ora: il tempo di mettere in vetrina i riflessi e la mano di richiamo di Gomis su tiro di Iago (dopo palla persa, e non sarà l’ultima, di Costa) e di partorire una conclusione velleitaria di Rincon. Poi la Spal, senza fare nulla di trascendentale, trova le contromisure al possesso palla del Toro, gli oppone un pressing più convinto e rimedia alla fatica di costruire con una soluzione individuale. Di Grassi, che su suggerimento di Antenucci è bravo a battezzare la libertà lasciatagli sia dai centrocampisti che dai centrali granata, in ritardo in uscita, e a cercare un radente che va a spegnersi vicinissimo al palo alla destra di Sirigu, sorpreso dalla conclusione, seppur angolatissima. Un tiro e un gol: il massimo dell’essenzialità per la Spal. Che però ha la determinazione di chi insegue un obiettivo vitale, va forte su ogni pallone e chiude tutti gli spazi ad un Toro intermittente come le iniziative di Ljajic. Così è ancora Grassi, sempre dalla distanza, a impegnare Sirigu, mentre Gomis deve allungare le leve, stavolta il piede, solo al minuto 41, per spegnere una conclusione di Ansaldi che aveva provato a strappare con un dribbling finalmente insidioso.
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RIBALTONE TORO — L’avvio della ripresa sembra la fotocopia di quello del primo tempo: governo Toro (e colpo di testa di Belotti murato ancora da Gomis) e la Spal che rialza la testa, con Cionek che impegna Sirigu. Ma la svolta arriva con la scelta di Mazzarri - fuori Ansaldi e dentro Berenguer, che dopo neanche un minuto colpisce la traversa, con la complicità della deviazione di Gomis - ma soprattutto il decollo di Ljajic, che spacca letteralmente la partita. Il serbo al 23’ inventa un corridoio per Berenguer, che mette in mezzo per il 10° gol in campionato di Belotti, in anticipo secco su Felipe. E’ come se la Spal crollasse di colpo, di fronte al martellamento granata che prosegue con Iago (ancora miracolo di Gomis al 28’), un’azione fotocopia dell’1-1 (ma Belotti stavolta mette fuori al 30’) e infine il gol vittoria: Everton Luiz vuole salvare una palla che sta per finire in fallo laterale, Ljajic la ruba e stavolta è Belotti a vestirsi da uomo assist, per De Silvestri che fa secco Costa.
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