sábado, 2 de maio de 2020

Mancini dà speranza ai giovani: ''Dalla Primavera alla Nazionale si può''

"Dalla Primavera alla Nazionale si può". Parola di Roberto Mancini. Il ct azzurro, in un incontro in video-conferenza con ragazzi del settore giovanile del Bologna, conferma la sua volontà di puntare forte sulla linea verde, ricordando l'esempio di Zaniolo (convocato quando non aveva ancora esordito con la Roma): "Quello di Nicolò non è stato un caso. Lo vidi alle fasi finali dell'Europeo Under 19, in cui era sotto categoria e decisi di chiamarlo. A voi ragazzi dico, impegnatevi e allenatevi duro: se avete qualità tecniche e personalità sono pronto a chiamarvi, anche se non avete ancora esordito in prima squadra".


"Per me l'età non conta"

Mancini, che nel 1977 ha mosso i primi passi da calciatore con il Bologna, è stato il primo prestigioso ospite del Bfc Academy Webinar, una serie di incontri (in onda sul canale YouTube del club) tra i ragazzi del settore giovanile della società rossoblù e personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo. Tante le curiosità che i giovani calciatori hanno chiesto al commissario tecnico ("per me Bologna è Bologna, è una cosa speciale", ha esordito) nei 45 minuti di chiacchierata. Il ct ha ribadito di non guardare la carta d'identità nel prendere le decisioni: "Credo di essere l'allenatore che nel mondo, spero di non essere smentito, ad aver fatto giocare più giovani in tutte le mie esperienze di club. Nel mio staff ci sono persone che monitorano il campionato Primavera e se ci sono ragazzi in gamba sono pronto a chiamarli. Per me l'età non conta: contano tecnica e personalità. Ragiono così perché io a Bologna ho esordito a 16 anni e mezzo, grazie al fatto che trovai persone che mi diedero fiducia e sono sempre pronto a fare lo stesso. Bisogna dare spazio ai giovani bravi, farli giocare e lasciarli anche sbagliare".
Altri preziosi consigli ripensando al suo cammino: "Allenarsi e fare vita da atleta. Tecnica e personalità sono importanti - ha detto il ct - e sono le prime cose che guardo, ma non sono tutto. Io ho perso un paio di anni, dopo l'esordio, pensando che fossero tutto. Di qualità ne avevo, me l'aveva data il buon Dio, poi ho capito e sono migliorato tanto con il lavoro. Non l'avessi fatto mi sarei perso, come Macina. Era un classe 64 come me, mio compagno nelle giovanili del Bologna: era il più forte del mondo tra gli Under 15, poteva essere Messi, non ho mai più visto uno con il suo talento. Ma non gli piaceva allenarsi e si è perso per strada. Ai ragazzi dico: allenatevi, fate vita da atleti, ascoltate il vostro corpo e curatevi. Se avete talento, queste sono le regole da seguire per arrivare".

"Calendari saranno un problema"

Il coronavirus ha completamente stravolto qualsiasi programma in agenda calcistica, Euro 2020 in primis. Mancini ha però svelato di essere sempre in contatto con il suo gruppo: "Abbiamo organizzato qualche chat per salutare i ragazzi e tenerci in contatto con loro. Non ci vediamo da novembre e speriamo di ricominciare l'attività a settembre. I calendari saranno un problema". A fare domande al "Mancio" anche delle ragazze, il ct ne ha approfittato per parlare del movimento calcistico rosa: "Ci vuole una grande passione e voi ragazze ne avete tanta. Vedo anche la Nazionale. Hanno una passione pazzesca e questo fa sì che le giocatrici riescano sempre a migliorare". Dopo aver ricordato la sua esperienza in Inghilterra ("la Premier League resta il miglior campionato sotto tutti i punti di vista"), Mancini ha criticato l'atteggiamento tutto italiano secondo cui "la sconfitta non è contemplata".

"Quando Mihajlovic fu scambiato per tassista..."

Mancini torna poi a parlare del proprio ruolo: "E' un grande onore allenare la Nazionale perché rappresenti il tuo Paese, il più bello del mondo nonostante tutto, e rappresenti una Nazionale che ha vinto 4 campionati del mondo. Nella vita non capita spesso e quando capita bisogna apprezzarlo al 100% e cercare di fare il massimo per poter vincere". C'è spazio infine per un simpatico aneddoto su Mihajlovic, tecnico dei felsinei e suo ex vice nonché compagno di squadra: "Quando eravamo alla Sampdoria, Sinisa comprò una macchina gialla, una sportiva. Un giorno andò a prendere Arianna (la moglie, ndr) alla stazione di Genova. Lui era fermo davanti alla stazione, dalla stazione è uscita una persona che si è accomodata dietro nella sua auto. Sinisa gli disse: 'Che c... fai qui dietro?'. E lui risposte: 'Non è un taxi questo?'". E Mihajlovic: 'Ti sembra un taxi questo?".

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