Rovesciata pazzesca del centravanti di Zenga, che risponde al gol di Alex Sandro. Il Napoli arriva allo scontro diretto di domenica sera con soli 4 punti di ritardo
Dopo la Spal e dopo Diabaté, la Juventus doveva aver capito quanto si suda sui campi di provincia. E, invece, no: a Crotone ha peccato ancora di presunzione, dilapidando due punti e complicandosi il futuro prossimo. Sul campo di un agguerritissimo Zenga, le è andato di traverso un altro centravanti possente. E un’altra rovesciata spettacolare: l’acrobazia del nigeriano Simy, lontana parente di quella di Ronaldo, pareggia la zuccata di Alex Sandro. Ma, soprattutto, ribalta il campionato e avvicina pericolosamente il Napoli. Adesso cambia completamente la prospettiva dello scontro diretto: in certi momenti era a +9 da Sarri, ma Allegri si presenterà allo Stadium domenica "solo" a +4.
LA GARA — La sorpresa di Allegri è l’inserimento di Sturaro, giusto per dare un po’ di ossigeno allo spremutissimo Khedira dell’ultimo periodo: inizialmente largo a sinistra sulla trequarti nel caro vecchio 4-2-3-1. Ma la soluzione è un lampo momentaneo, già al minuto nove Max lo sposta più indietro e più a destra: diventa la più tradizionale delle mezzali con i soliti compiti da guastatore. Accanto, al posto di Pjanic infortunato, torna Marchisio a dirigere il traffico: potrebbero essere gli ultimi due mesi nella sua Juve e ogni occasione rimasta può servire per far leva sulla nostalgia, ma il Principino fatica ormai a uscire dal compitino. Zenga ha una buona squadra, a dispetto delle quattro cadute nelle ultime cinque uscite. Anche stasera dimostra ordine con un Mandragora, juventino in pectore, cagnaccio di mezzo. In più è Diaby, fastidiosa zanzara di fascia nel 4-3-3 con Simy puntello centrale, a creare i maggiori problemi. Ma la Juve sorniona sonnecchia senza mai dormire, colpisce come d’abitudine, con un blitz chirurgico: certo, se hai Douglas Costa, in questo momento il giocatore più squilibrante del campionato, il resto è una conseguenza.
IL VANTAGGIO — Da una delle tante accelerazioni dell’ala nasce una singolare connection brasiliana con il colpo di testa dell’1-0 del connazionale Alex Sandro. Non è un anestetico per il fervore crotonese, anzi qualche altra buona giocata qua e là si intravede, assieme a delle individualità che serviranno in questo finale di stagione: il lungagnone Simy fermato da Szczesny nell’unica vera occasione crotonese e, soprattutto, il terzino mancino Martella. Ha fisico e piede tagliente: per conferme, chiedere a Lichtsteiner, ma pure a Benatia bravo a giganteggiare sui tanti cross che piovono. Nel complesso, però, la Juve va in controllo, con un filo di gas e un orecchio al San Paolo: Dybala sembra usare due marce in meno della scheggia Douglas e pure il Pipita (a digiuno di esultanze da un mese) non sembra lui.
LA ROVESCIATA — Lo scossone della ripresa lo dà un retropassaggio di Benatia preso con le mani da Szczesny e valutato come volontario. Tradotto: punizione a due in area e sul calcio forte di Faraoni c’è la respinta bassa del polacco, molto più che un portiere di riserva come insegna questa stagione. Ma ancora di più, a segnare la partita e (forse) il campionato è la rovesciata ronaldesca di Simy che fa tremare il ponteggio dello Scida. E porta il pubblico a usare cori simpatici per paragonare il nigeriano a Cristiano: un altro gol più unico che raro subìto e, in fondo, meritato dalla Signora, un po’ troppo distratta nell’approccio al secondo tempo. E solo a quel punto è obbligata a uscire dal torpore, con i riccioli di Cuadrado a dare un po’ di follia: inizia così lo show di Cordaz, eccezionale in volo sul mancino di Matuidi. E ancora più prodigioso dopo, quando Bentancur sfonda e serve in mezzo Higuain: il Pipita, solissimo in mezzo, dovrebbe solo spingerla in rete e invece spara di rabbia centralmente. Un errore che pesa parecchio: per una volta a Napoli lo ringrazieranno.
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