Le parole ai microfoni Sky del tecnico interista insieme ad uno dei calciatori simbolo dello spogliatoio: filtra da queste dichiarazioni la crisi assoluta.
Per l'Inter la crisi sembra davvero senza fine. La 35esima giornata contrapponeva, a Marassi, le due squadre probabilmente nello stato peggiore di forma, ovvero appunto i nerazzurri ed il Genoa. Il risultato finale è stato di 1-0 in favore dei rossoblù, ed i numeri sono già impietosi per il Biscione, che nelle ultime 7 partite ha ottenuto soltanto 2 punti: il tap-in di Goran Pandev probabilmente il punto più basso della crisi di questi ultimi mesi.
Prima di tutto, sentiamo cos'ha da dire il centrocampista - all'occorrenza nell'ultimo periodo difensore centrale, a dire il vero - Gary Medel, uno dei calciatori simbolo dello spogliatoio e che può probabilmente trasmettere cos'è che non va. Il patema della squadra, per lui, riguarda più che altro l'aspetto puramente psicologico: non crede ci sia qualcosa che non va nei piedi o nelle gambe. Ci vuole maggiore convinzione a partire dalla prossima uscita per arrivare in Europa: "E' una situazione molto difficile. Non stiamo riuscendo ad uscire da questo vicolo cieco. Nessuno merita di vivere un momento del genere. Dobbiamo lavorare ancora più intensamente per risolvere questo problema. Non è un problema tecnico, nè tantomeno fisico: credo sia mentale. Non è facile uscire da questo vicolo cieco. Dobbiamo avere tutti maggiore convinzione per uscirne. Purtroppo non dipende solo da noi: ora abbiamo il Sassuolo a San Siro e dobbiamo conquistare questi 3 punti in casa".
E l'allenatore dei nerazzurri, Stefano Pioli, si è presentato dopo il match ai microfoni Sky Sport, rilasciando una lunga intervista. Questa la sua disamina della crisi, che sta distruggendo una squadra: "E' un momento troppo negativo per i nostri valori. E' una partita che assolutamente dovevamo portare a casa in un risultato positivo e non esserci riusciti vuol dire che dobbiamo fare di più".
La corsa all'Europa League potrebbe essere definitivamente terminata, ma per il tecnico non è assolutamente la priorità. I milanesi devono, prima di tutto, salvare la faccia: e questo obiettivo, ad oggi, è molto lontano. La prestazione in sè per sè non è stata negativa, anzi il tecnico tende quasi a giustificarla nelle sue parole: "Ora non credo che sia importante pensare all'Europa: dobbiamo finire il campionato dando dimostrazione di voglia, di orgoglio e che è un momento difficile che possiamo superare perchè abbiamo dei valori. Abbiamo fatto una partita buona contro un avversario difficile che ci ha chiuso gli spazi; se avessimo sfruttato 2 o 3 situazioni favorevoli sarebbe cambiato tutto il canovaccio tattico e psicologico".
Gary Medel sottolinea come il problema sia principalmente psicologico. Il tecnico non smentisce e sottolinea l'importanza di questo aspetto, oltre a quanto incida anche nella tecnica e nella fase difensiva: "L'aspetto mentale è sempre quello più importante. Nelle difficoltà facciamo fatica a trovare quella concentrazione e quella voglia che ti fanno portare a casa i risultati. Aldilà delle difficoltà, oggi credo che ci sono state delle situazioni che ci potevano portare a casa se non la vittoria almeno il pareggio, perchè se non puoi vincere è una questione di portare a casa il massimo, essendo squadra fino alla fine".
Si accende il dibattito anche sugli effettivi valori di questa squadra. E' dura pensare che effettivamente una squadra così di talento - come l'Inter è, perlomeno sulla carta - ottenga così poco nei fatti, quando c'è da riscuotere i punti. Il tecnico cerca di difendere i suoi e di difendere sè stesso: "Non ho mai detto che dobbiamo vincere lo Scudetto o arrivare nelle prime 3. Nelle ultime 7 partite abbiamo fatto soltanto 2 pareggi, c'è da riflettere. Si può arrivare quinti o sesti o anche non arrivare sesti, ma oggi avevamo i valori per portare a casa il risultato ed è questo il rammarico".
Il mister ci tiene poi a ribadire come la sua intenzione sia quella di giungere fino alla fine della stagione con questa squadra - poi si vedrà, con il probabile esonero estivo da parte della dirigenza nerazzurra. Il coach insiste però nel salvare il salvabile, e crede di conoscere questa squadra, tanto che questa stagione secondo lui sarà preziosa in futuro: "Voglio portare a termine il mio lavoro, voglio dare alla squadra tutto il sostegno che ho e le mie conoscenze per tirarci fuori da questo momento. Abbiamo avuto il difetto di essere squadra nei risultati positivi e di esserlo troppo poco nei risultati negativi. Dopo 7 mesi ci mancherebbe che non ho capito le qualità e i limiti dei miei calciatori. Credo che questa stagione purtroppo negativa servirà nella costruzione dell'Inter del futuro".
Soltanto alla fine si parla di questioni prettamente aderenti al campo e al lavoro settimanale della squadra sul rettangolo verde. Oggi la curiosa scelta di Eder dietro ad Icardi - poi sostituito ma giustificato dal suo tecnico - aveva una radice assolutamente tattica, come ogni scelta che viene attuata per cercare di ottenere qualcosa di più: "I risultati negativi sono arrivati, ma anche le prestazioni negative sono arrivate sempre col trequartista. Credevo che oggi schierare l'attaccante dietro potesse servire ad abbassare le linee, visto che avevamo delle difficoltà nella prima costruzione. Icardi non credo sia stato indolente, credo non fosse nella sua migliore giornata. Cerco di lavorare ogni settimana per avere delle soluzioni che ci garantiscano dei vantaggi, ho messo questi perchè pensavo mi potessero garantire una prestazione migliore".
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