sábado, 11 de abril de 2020

De Rossi: "Mi piacerebbe un giorno allenare la Roma. Rimpiango di non aver vinto"

Le domande da studio, ma anche quelle dei tifosi. Così Daniele De Rossi, ex centrocampista e capitano della Roma, ha parlato in diretta a Sky Sport“Sto come tutti quanti, mi sento un po’ stretto in quarantena, ma la salute c’è e questo è l’importante ora. L’obiettivo da allenatore e il percorso che ho in mente? Da calciatore ho fatto un percorso raro, 20 anni in una squadra non capita tutti i giorni. Da allenatore non esistono allenatori che resistono così tanto, soprattutto a Roma. A parte i corsi, prima devo diventare allenatore e dunque fare un percorso. Da essere un calciatore vecchio sono diventato un allenatore giovane, vedo le cose con una rilassatezza che prima non avevo. Devo ancora iniziare, prendo tutto con calma”.

ALLENARE LA ROMA - “Mi piacerebbe un giorno allenare la Roma, sì, può succedere anche tra 20 anni. Spero che succederà per meriti miei, perché sarò un bravo allenatore vorrà dire”.
LEADER - “Inizierò il percorso perché penso di poter allenare, e lo pensano un po’ tutti in Italia. Mi è sempre stato riconosciuto il ruolo di leader, ma poi l’allenatore è tanto altro: decidere, scegliere lo staff, tanto altro. Sei da solo contro tutti da allenatore. Quando perdi è colpa tua, quando vinci sono bravi i giocatori, da noi i giudizi sono così”.

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Daniele De Rossi
ROMA - “Non ho scelto io di lasciare la Roma, il calcio invece sì. Sono stati tutti e due momenti difficili, la prima volta perché ha scelto qualcuno per me, la seconda per la mia famiglia che ha tratto beneficio dal mio ritorno a casa. Dirigenti della Roma non ne ho più sentiti, una volta ho incontrato De Sanctis, l’ho salutato. L’altro giorno mi ha scritto uno di loro per sapere come stessi, ma per il futuro nessuno e io non chiamerò nessuno”.

DERBY IN CURVA SUD - “È nata come una battuta, come uno scherzo. Volevo andare in curva senza essere sollevato come eroe. All’inizio volevo andare a Firenze, ma la Roma veniva da una serie di vittorie consecutive e per scaramanzia ho preferito non andare. Un ragazzo dietro di me mi ha riconosciuto dopo un secondo, ma è stato zitto e lo ringrazio pubblicamente ora perché mi sono goduto lo spettacolo”.
ULTIMO GIORNO A TRIGORIA - "Voglio chiarire una cosa. È stato il giorno più difficile della mia ultima esperienza. Non significa che abbia smesso a Roma, non è stato lasciare la Roma, ma chiudere quella porta per l'ultima volta. È stato difficile, io lì dentro non ci rientrerò più, perché è la camera dove ho dormito di più in vita mia, è un posto che non rivedrò mai più. È stata una bella botta, un momento nel quale mi hanno tremato più le mani".

PER ALLENARE - “Avrò bisogno di sentire e vedere tutti, posso imparare da tutti. Devo andare a vedere da chiunque, chi si affaccia a questa professione se non va dal migliore di tutti sbaglia. C'è un proverbio africano che dice che un bambino in piedi non riesce a vedere dove vede un vecchio seduto. E io sono un bambino. Chi si affaccia a questa professione, se può partire dal migliore di tutti e non lo fa sbaglia. Per me il migliore al mondo è Guardiola, se avrò modo andrò da lui. Gattuso è molto bravo, De Zerbi mi fa impazzire. Devo imparare molto da tutti. Andrò a vedere anche allenatori di altri sport, voglio contattare Pozzecco per capire il rapporto che ha coi suoi giocatori, mi incuriosisce”.

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