quinta-feira, 17 de maio de 2018

Italia Under 17: Greco, Riccardi, Vergani e...: ecco chi sono le speranze azzurre

Multietnica, giovane, forte, dopo 5 anni è tornata in finale all'Europeo di categoria (dove domenica sfiderà l'Olanda): scopriamo la nuova nidiata azzurra coltivata dal c.t. Nunziata


Andohatapenaka. Freddi e José sono nati qui, in una località del Madagascar che si fa fatica a cercare sulle cartine e di più a nominare. José ha due anni in più di Freddi, e ha scelto l’atletica leggera: corre i 400 e gli 800 metri. A Freddi, invece, è sempre piaciuto di più il calcio: quando aveva tre anni, e viveva in una casafamiglia, i coniugi Lorenzo e Nadia Greco sono andati a prendere i fratelli e li hanno portati a Roma, nella loro casa in zona Casal Palocco, dove abitano i calciatori. Poco distante da Trigoria. Freddi può ricoprire più ruoli, dal terzino all’esterno alto d’attacco: lo paragonano a Florenzi, anche se calcia con il sinistro, in Nazionale ha il numero di De Rossi (il 16) e ha iniziato a giocare nella Totti Soccer School. Tutto a tinte giallorosse: "La passione per la Roma me l’ha trasmessa mamma – dice –. Con la mia famiglia adottiva ho un rapporto bellissimo, come fossero genitori naturali. Del Madagascar so pochissimo: potevo giocare per loro, ma ho scelto l’Italia". In Inghilterra, la Nazionale Under 17 ha conquistato dopo cinque anni la finale dell’Europeo di categoria superando il Belgio in semifinale: è l’Italia guidata da Carmine Nunziata, di Greco, ma anche di Paolo Gozzi Iweru e Manu Emmanuel Gyabuaa, e poteva essere anche quella di Eddy Salcedo (ma non ha ancora la cittadinanza), Michael Ntube, Darrel Abugbui e Devid Bouah, terzino classe 2001 della Roma e già convocato da Di Francesco.
LE REGOLE — Non c’è più niente di strano, ormai, nel vedere l’Italia di Balotelli, Masina, Kean e Jorginho, ma anche di tante storie che riempiono le liste dei convocati delle nostre Under. E lo ius soli non c’entra: la Fifa ha fissato due criteri di eleggibilità, la cittadinanza del Paese di cui si porta la maglia o l’essere nati sul territorio, con l’eccezione (vedi Eder o Perrotta, nato proprio in Inghilterra) di avere parenti diretti nati, nel nostro caso, in Italia. Gozzi Iweru all’anagrafe è Paolo, ma lo chiamano Paul: "Giocavo centrocampista, dicevano somigliassi a Pogba". Poi, con gli anni, si è spostato a fare il difensore centrale ("e il mio preferito è diventato Umtiti"), e di lui si parla benissimo, come del compagno di reparto Armini (Lazio). Ha un cognome nigeriano, quello della mamma, che fa la cuoca in un asilo nido, e uno italiano, Gozzi, il suo compagno. È nato a Torino, gioca nella Juve e frequenta lo Juventus College: "Qualche volta in campo ci sono stati problemi per il colore della mia pelle. All’inizio mi arrabbiavo, poi ho capito che è ignoranza. E ho lasciato stare". Pochi metri più avanti, a centrocampo, c’è Gyabuaa: genitori ghanesi, ma perfettamente inseriti nel tessuto sociale, a Parma. Nel 2015, Manu (sotto età) perse la finale Giovanissimi con un Parma che era già fallito: diversi club se lo conteserono, alla fine lo prese l’Atalanta. Mamma e papà sono rimasti in Emilia, lui vive alla Casa del Giovane, il convitto dei ragazzi nerazzurri. "La cosa che mi manca di più sono i miei tre fratelli – racconta –. Il mio idolo? Kessie". Di cui sembra la fotocopia. Ha già segnato due gol: il primo nei gironi contro Israele, il secondo ha aperto la semifinale contro il Belgio.
PRINCIPINO RICCARDI — Una Nazionale giovane, forte e multietnica. Chi sta giocando un Europeo da protagonista è - tra i tanti - l'attaccante di proprietà dell'Inter, Edoardo Vergani. Classe 2001, parla poco ma segna tanto: in questo Europeo il bottino è di quattro gol in cinque partite. La semifinale col Belgio l'ha decisa lui, come lui aveva deciso (sotto età) la finale dell’ultimo torneo di Viareggio, segnando nei supplementari contro la Fiorentina. Alessio Riccardi è il capitano di questa Nazionale: di lui dicono sia un predestinato. Professione centrocampista di qualità, classe 2001, è forse il miglior talento del vivaio della Roma di questi tempi: numero dieci, per lui la Roma ha già respinto offerte da mezza Europa e Di Francesco lo ha già portato in panchina contro il Benevento, insieme a Bouah. Ha saltato la semifinale per squalifica, al fischio finale è corso subito in campo a ringraziare i compagni che gli permetteranno di tornare in campo domenica a Rotherham per la finale contro l'Olanda (che ha battuto in semifinale l'Inghilterra 6-5 ai calci di rigore, tempi regolamentari finiti 0-0). Nazionale solidissima in difesa, dove in tre delle cinque partite finora giocate all'Europeo non ha preso gol. Una difesa solitamente schierata con Russo (2001 del Genoa) tra i pali, Barazzetta (2001 del Milan) a destra, Armini (capitano in semifinale per la squalifica di Riccardi, 2001 della Lazio) e Gozzi (2001 della Juve) al centro, Brogni a sinistra (2001 dell'Atalanta). Alle porte del nostro calcio bussa una Nazionale ricca di talento e di forza.

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