Ivan Gazidis ha preso tempo sul rinnovo di Ibrahimovic, rimandando il discorso a giugno. Ed è stato questo il motivo scatenante il litigio con Boban, il quale spingeva affinché si potesse trovare un accordo fin da subito. E riguardando la partita di ieri tra Milan e Genoa, non si può che dare ragione al dirigente croato: in questo momento la squadra dipende solo dal campione svedese.
IL MILAN DI IBRAHIMOVIC - 14 punti in 8 partite, 3 gol (più uno in coppa Italia) in 8 presenze in serie A. I numeri dicono molto ma non tutto, perché Zlatan Ibrahimovic ha cambiato il Milan sotto diversi punti di vista. Salvo la disfatta di ieri dove comunque è stato l'unico a crederci fino al 90', con Zlatan in campo tutta la squadra è stata sollecitata a non mollare mai di un centimetro, rimanendo compatta. Una formazione più sicura, che si è spesso aggrappata al suo totem svedese per sentirsi più forte. La carta d'identità è certamente limitante perché non può permettere un discorso a lungo termine, ma rinunciare alla sua esperienza nell'ennesima ricostruzione potrebbe rivelarsi delittuoso. Mino Raiola ha dato disponibilità a Ivan Gazidis per capire quelli che sono i progetti di Elliott, ma lo stesso giocatore non ha digerito la presa di posizione dell'amministratore delegato rossonero. E si vocifera anche di un acceso confronto nella seduta di rifinitura prima della sfida contro il Genoa. Trattenere il fastidio di Ibrahimovic senza Boban sarà molto difficile, così come trattenere i giocatori più rappresentativi della rosa.
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