segunda-feira, 16 de abril de 2018

Nicchi tuona: "Riforma? Si rischia nuova Calciopoli. Ma la Federazione non esiste"



Marcello Nicchi, presidente dell'Aia, con l'arbitro Nicola Rizzoli .


Davanti alla possibilità che gli arbitri siano privati del 2% dei voti in Consiglio Federale, il Presidente della categoria non ci sta. E a RadioUno grida: "C'è qualcuno che vuole mettere le mani sulla nostra categoria, Calciopoli è nata proprio perché c'era gente che metteva bocca in cose che non gli competevano. Sciopero? Il rischio c'è". E commenta sullo sfogo di Buffon contro l'arbitro Oliver: "Bisogna stare attenti alle parole..."


Marcello Nicchi, davanti alla possibilità che gli arbitri siano privati del 2% dei voti in Consiglio Federale e nelle assemblee elettive, è preoccupato. Di più. E lancia l'allarme: "Vogliono indebolire il peso politico degli arbitri e questo significa minare la nostra indipendenza, la nostra forza, aprire scenari nefasti di un passato ancora da dimenticare - grida il presidente dell'Aia ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno - Potrebbe essere l'inizio di una nuova Calciopoli". E poi: "È anacronistico che il Coni voglia togliere il diritto di voto all'Aia per aumentarlo ai professionisti".
RISCHIO SCIOPERO — Nicchi elogia la classe arbitrale italiana: "Ieri si è confermato che i nostri arbitri sono di grande valore e spessore tecnico - ha continuato - sono il fiore all'occhiello di una Federazione che allo stato attuale non esiste". Ma agita lo spettro dello sciopero davanti ai problemi della classe arbitrale : "Sto cercando di evitare lo sciopero ma si sappia che se un giorno qualcuno arriva al campo e non trova l'arbitro, non resti sorpreso. Le sezioni non ce la fanno più. Io cercherò di evitare lo sciopero ma i riconoscimenti sono dovuti, anche all'estero gli arbitri partecipano all'elezione federale". "Mettere le mani sugli arbitri significa che ognuno dice la sua nelle designazioni e nel modo di arbitrare. Calciopoli è nata proprio perché c'era gente che metteva bocca in cose che non gli competevano". Nicchi poi sottolinea anche il ripetersi di episodi di violenza ai danni degli arbitri. "Ci costringeranno a rimanere a casa perché i genitori non vorranno più mandare i figli ad arbitrare - ha aggiunto - Quest'anno ci sono stati già 100 arbitri picchiati, le famiglie non ce la fanno più e non possono più finanziarli per andare ad arbitrare". 
CAPITOLO VAR
 — "La VAR è uno strumento che funziona, migliorabile e ormai voluto e accettato da tutti - ha continuato - Ci sono occasioni in cui si deve andare al monitor e altre in cui non c'è bisogno. Ma a decidere è sempre l'arbitro in campo, questo deve rimanere un caposaldo". E poi: "In Italia c'è una organizzazione che funziona, tutti gli altri ci stanno seguendo. Non ho sensazioni di contrarietà al VAR, ma anzi si chiede di migliorarla e ora si va in campo più sereni: dai protagonisti in campo, ai tifosi. È uno strumento che fa giustizia".
BUFFON E AGNELLI — Il presidente dell'Aia commenta infine le parole di Buffon e Agnelli dopo l'eliminazione della Juve in Champions contro il Real: "Buffon è un grande campione che si avvia ad una bellissima carriera dirigenziale, ma a certi livelli bisogna stare attenti a cosa si dice perché ci sono i ragazzi che ascoltano", ha aggiunto. "Se fosse successo in Italia avrei difeso l'arbitro, che non può essere offeso e minacciato né prima, né durante e né dopo. Poi ci sono gli organi che devono giudicare». Infine sulle parole di Agnelli contro il designatore dell'Uefa Collina. "Non posso agire sul modo di pensare di un dirigente italiano", ha concluso Nicchi.

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