segunda-feira, 16 de abril de 2018
Mertens, Insigne, Schick, Destro e gli altri: in Serie A non segna più nessuno
Astinenze. Piedi inceppati. Attaccanti a digiuno di gol. Da tanto tempo, da troppo tempo. Fantasia ingabbiata, mira sballata. Porte che improvvisamente diventano piccole. Palloni che pesano come pietre. Piange il tabellino dei marcatori. Insigne in campionato non segna da cinque partite. Ultimo timbro: 3 marzo, al 6° minuto, nel 2-4 subito dal Napoli al San Paolo contro la Roma. Un calvario che dura da 534 minuti, recuperi esclusi. Risale sempre alla sfida con la Roma l’ultimo gol di Mertens, a secco pure lui da cinque turni. E’ un caso che in questa tranche di campionato il Napoli abbia perso contatto con la Juventus? Per noi no. Mertens era partito a razzo: 10 gol nelle prime 11 giornate, poi il calo. Avanti con gli altri digiunanti: quando Schick rientrerà nel tabellino dei marcatori, per la Roma sarà un grande giorno. In campionato (16 presenze) è ancora a secco. L’unico gol l’ha segnato in Coppa Italia, a dicembre (il 20, quattro mesi fa), contro il Toro e per trovare un altro gol in campionato bisogna andare indietro di un anno: 29 aprile 2017, sempre contro i granata. Questione di inserimento lento negli schemi di Di Francesco, di ruolo non ancora definito (meglio esterno, alle spalle della punta o primo riferimento offensivo?), di - semplicemente - momento-no. Anche se va detto questo: nella Sampdoria di Giampaolo, Schick era il 12° uomo, il jolly che entrava e lasciava il segno.
Gli attaccanti vivono di momenti. Tra il 28 gennaio e il 18 marzo Cutrone aveva il magic-touch: 5 gol in campionato, paragoni eccellenti, valutazioni improprie, dimenticando che parliamo di un ragazzo di vent’anni alla sua prima vera stagione. E infatti. Da allora si è spenta la luce. Tornerà ad accendersi, perché quando si è giovani è fisiologico che accada. Kalinic si è sbloccato l’8 aprile col Sassuolo, ma prima veniva da un’astinenza di quattro lunghi mesi. A Bologna stanno ancora aspettando il risveglio di Mattia Destro. L’ultima volta che è entrato nel tabellino dei marcatori - il 25 febbraio - in giro c’era ancora «Burian». Qualcosa in più sarebbe stato lecito aspettarsi da Maxi Lopez, che con l’Udinese quest’anno - pur giocando con continuità - ha segnato soltanto due gol, e in una volta sola con la Sampdoria: ma succedeva il 30 settembre 2017. Alberto Paloschi si sbatte come pochi, corre a destra e sinistra e Semplici lo apprezza (e lo fa giocare) proprio per questo motivo, ma inevitabilmente perde brillantezza in area avversaria. L’ultimo gol il centravanti della Spal l’ha segnato il 25 febbraio, ormai quasi due mesi fa.Non stanno attraversando un gran periodo El Shaarawy (1 gol negli ultimi 12 turni), Quagliarella e Pandev (1 gol negli ultimi otto turni), mentre l’ultimo timbro di Higuain è datato 14 marzo (contro l’Atalanta) e quello di Berardi risale al 21 gennaio (e finora è l’unico gol su azione della stagione). Il record però è di Matos, l’attaccante che il Verona ha acquistato a gennaio per rinforzarsi, diciamo così. Matos non segna in serie A dal 3 ottobre 2015, giocava a Carpi. Due anni e mezzo dopo, sta ancora aspettando un guizzo che lo assista. Ma forse ha sbagliato ruolo se è vero che - nei tre campionati (Brasile, Spagna e Italia) nei quali ha totalizzato 106 presenze ufficiali - ha segnato la miseria di quattro gol. Un gol ogni 26 partite e spiccioli, non esattamente una media da bomber.
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