terça-feira, 24 de abril de 2018

La Roma a Liverpool, in un altro tempio del calcio, prova a replicare la partita perfetta

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Semifinale di Champions, sfida ai Reds. Di Francesco: «Noi saremo una squadra, come col Barcellona. Ma abusare del palleggio e perdere palla contro di loro è un suicidio»




Non è il gol che farebbe tanto comodo segnare ad Anfield, ma la Roma è comunque partita con il piede giusto. Con la squadra in volo verso Liverpool, per giocarsi stasera la semifinale di andata di Champions League, il club ha annunciato la sponsorizzazione Qatar Airways per le prossime tre stagioni. Lo sponsor, da quasi 40 milioni complessivi, farà immediatamente il suo debutto sulle maglie. Una semifinale è una grande occasione, il tempismo è stato perfetto.
Il calcio-business piace poco ai tifosi, che giustamente pensano solo alle vittorie. Diverso è il discorso dirigenziale e, in questo senso, la Roma non si è limitata al cammino in Champions, che è stato comunque superlativo. Tra mille difficoltà il progetto stadio prova a farsi strada; il main sponsor è finalmente arrivato; una serie di giocatori, a partire da Alisson, hanno moltiplicato il loro valore; il lavoro del d.s. Monchi è ancora da completare, ma alcuni giocatori — vedi Under — sono stati sicuramente buoni acquisti e altri — vedi Schick — dopo un avvio difficilissimo stanno ritornando ai loro livelli.

La Champions League ha già portato nelle casse 91 milioni, ossigeno per un club sotto la lente del fair play finanziario. Per questo è così importantequalificarsi anche per la prossima edizione, anche se l’alternanza Coppa/campionato complica il lavoro di Di Francesco. Come dice il Comandante Fazio, però, c’è crescita vera solo nella continuità e la Roma non deve più trovarsi nella necessità di vendere con clausola di rescissione bassa Pjanic o sottocosto Salah, perché il bilancio lo imponeva.

Momo Salah, 41 gol stagionali con il Liverpool, fresco Player of the year in Premier League, è lo spauracchio numero uno. I papà tifosi ricordano la finale persa ai rigori, all’Olimpico, nel 1984; i figli temono il grande ex, che quest’estate ha ottenuto di essere ceduto perché voleva a tutti i costi tornare in Inghilterra, dopo la pessima avventura al Chelsea. Eusebio Di Francesco e Alexandar Kolarov hanno ripetuto lo stesso concetto: «Abbiamo battuto il Barcellona giocando di squadra e dobbiamo fare lo stesso contro il Liverpool». Fermare Messi è stata una chiave, ma poi c’erano anche Iniesta e Suarez. Così Roberto Firmino e Sané sono complementari al gioco di Salah e altrettanto importanti.
«Barcellona e Liverpool giocano in modo molto diverso — ha detto Di Francesco —. Il Liverpool è la squadra migliore a verticalizzare e, perciò, abusare del palleggio e perdere palla contro di loro è un suicidio. Dobbiamo essere compatti tra i reparti».
Riproporrà la difesa a 3 vista contro il Barça? Probabile, ma il lavoro di Kolarov e Florenzi sarà fondamentale, tatticamente, per difendere anche con due linee di 4 ravvicinate. Il dubbio in attacco è Cengiz o Schick. «Hanno il 50% di chance». Il turco per giocare in velocità sulle sponde di Dzeko, il ceco per affiancare Edin in un attacco più fisico da opporre alla forza atletica del Liverpool, saltando il centrocampo con lanci lunghi. È stato bello arrivare fin qui e, come dice Kolarov, «perché non provarci fino in fondo»?

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