domingo, 5 de janeiro de 2020

Milan, Pioli: 'Ibra è insaziabile, ma non lo si usi come scudo. Dal nostro dialogo nascono idee e soluzioni'

Primi giorni da rossonero per Zlatan Ibrahiamovic, subito al centro del progetto milanista. Di lui, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, ha parlato il tecnico Stefano Pioli: "Ibrahimovic è un giocatore insaziabile, ha carisma e non ha mai smesso dimigliorarsi e di aggiornarsi. Porterà entusiasmo, esperienza e tanta voglia di fare. La proprietà e i dirigenti mi hanno fatto un grande regalo, adesso dobbiamo essere bravi a sfruttare Ibra nel modo giusto, non usarlo come scudo, come ha giustamente detto Boban. Per dimenticare la brutta sconfitta contro l'Atalanta serve un cambiamento di rotta radicale, nessuno vince da solo. Ibra è Ibra, ma noi dobbiamo imparare ad essere il Milan, acquisendo quella convinzione e determinazione che troppe volte è mancata. Ibra mi è sembrato carico, abbiamo parlato e continueremo a farlo perchè dal dialogo nascono idee e soluzioni".

SUL MILAN - "Mi aspettavo situazioni critiche, ma ho trovato subito grande disponibilità da parte dei giocatori, grande compattezza nell'ambiente e mi sono sentito subito dentro un progetto. L'ho detto anche ai miei collaboratori, dopo un giorno mi sembrava di esserci da sempre. Una squadra molto giovane, con tutti i pro e i contro della gioventù, che stava cercando ancora una sua identità. Io sto lavorando per definirla. Bergamo è stata una battuta d'arresto, ma abbiamo voglia di riscatto, dimostrare a tutti che non siamo quelli di Bergamo. Dobbiamo imparare dai nostri errori e saper portare questa cicatrice, perchè anche i ricordi negativi possono trasformarsi in opportunità".

SUL DISCORSO INIZIALE - "Ho spiegato il metodo di lavoro, i principi, le idee di calcio e soprattutto ho cercato dimotivarli: se non siamo al Milan significa che abbiamo dei valori e bisogna metterli sul campo, giorno per giorno".

SUI PRINCIPI DI GIOCO - "Una squadra propositiva, che prova a fare la partita, prova a dominarla studiando bene le caratteristiche delle avversarie per costruire delle situazioni vantaggiose in entrambe le fasi di gioco. L'obiettivo è dominare la partita, credo molto nella lettura degli spazi. Io non voglio dominare la partita per sentirmi dire a fine partita che ho avuto più possesso palla, mi importa poco. I due dati importanti della partita sono le occasioni avute o subite e i tiri fatti o subiti. Serve una squadra concreta, capace di occupare con intelligenza gli spazi in campo".

SUL CELLULARE IN SPOGLIATOIO - "Lo possono usare appena arrivano, nella prima mezz'ora, dopo non più".

SULLA PAURA DI VINCERE - "La paura di vincere credo non esista, però una squadra giovane non è così consapevole di cosa serva veramente per vincere. Vincono le squadre che hanno giocatori che hanno conosciuto e praticato la vittoria. Per la squadra giovane può essere che arrivi più facilmente la paura di perdere".

SULL'ATTACCO - "Abbiamo chiaramente un problema del gol, però non penso che possa essere riconducibile solamente alla figura del centravanti. Dobbiamo diventare una squadra più concreta. E' impensabile creare dieci occasioni da gol nitide e non vincere le partita. Stiamo andando al tiro con tutti i giocatori offensivi, i centrocampisti, i difensori. Basta pensare a Hernandez, che ha già fatto quattro gol".

SU PIATEK - "Io l'ho trovato non brillantissimo dal punto di vista fisico. Quando non sei brillante dal punto di fista fisico, chiaramente non lo sei anche dal punto di vista mentale. Adesso credo stia bene,sta facendo buone prestazioni. Ma è chiaro che tutti dal centravanti si aspettano i gol e quindi viene criticato quando non segna. Lo vedo meglio, in crescita rispetto a prima".

SUGLI OBIETTIVI - "Più in alto possibile. Sono sempre stato uno coi piedi per terra e sono persuaso che questa squadra non sarà una squadra di fenomeni, ma è una buonissima squadra. Europa? In questo momento non dobbiamo porci traguardi. L'obiettivo è vincere la prossima partita, ripartire bene dopo la sosta. Abbiamo un calendario difficile, ma siamo il Milan. Non dobbiamo dimenticarcelo". 

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