sexta-feira, 8 de maio de 2020

Cori registrati, mascherine e mezzo mondo collegato: in Corea del Sud il calcio è ripartito

Il calcio è ripartito. Lo ha fatto in Corea del Sud dove oggi è stata ufficialmente inaugurata la K-League, la serie A coreana. La rete del 41enne, ex Middlesbrough, Lee Dong-Gook, è già nella storia. Il gol con cui il Jeonbuk Motors, campione in carica, ha battuto il Suwon Bluewings per 1-0 è, infatti, ricco di significato. È lo sport che vuole andare avanti, la vita che rinasce dopo il lockdown dovuto alla pandemia del coronavirus. Lo stesso giocatore ha voluto ringraziare i medici nella propria esultanza con il linguaggio dei segni, mostrando con le mani il segno del "rispetto".

Seggiolini vuoti e cori registrati

Spalti deserti, ma un rumore di sottofondo a riprodurre il brusio dei tifosi che non ci sono, un'espulsione, un gol con festeggiamenti moderati e un primo assaggio di quella che sarà la normalità del calcio per i prossimi mesi. Niente abbracci al gol di Lee Dong-Gook che all'84' con uno stacco di testa su calcio d'angolo, ha deciso l'incontro con gli ospiti rimasti in 10 nell'ultimo quarto d'ora a causa dell'espulsione rimediata da Antonis per un'entrataccia a centrocampo. Niente abbracci, dunque, giusto un paio di pacche sulla spalla e qualche gomito-contro-gomito. L'atmosfera era surreale: lo stadio di Jeonju, fra le sedi del Mondiale nippo-coreano, si presentava con i suoi oltre 42mila seggiolini vuoti, nonostante gli accorgimenti della squadra di casa che ha messo qualche striscione e diffuso durante la gara cori e applausi registrati.

36 paesi collegati

A fare la differenza gli spettatori dietro le tv: se in passato la K-League veniva trasmessa in sei Paesi, tutti in Asia, oggi erano almeno in 36 a essere collegati, con la BBC fra le emittenti che si sono assicurate i diritti. "La nostra visibilità internazionale era limitata fino ad oggi, il nostro campionato era in gran parte sconosciuto nonostante la competitività delle nostre squadre", ha sottolineato il portavoce della K-League, Lee Jong-kwoun. "Il 2020 sarà il primo anno in cui il nostro campionato raggiungerà il riconoscimento internazionale che ha sempre meritato".

Protocollo di sicurezza rigido

La K-League ha comunque finalmente visto la luce: sarebbe dovuta partire lo scorso 29 febbraio, proprio con la gara giocata oggi, ma cinque giorni prima è stato deciso il rinvio a data da destinarsi a causa dell'emergenza sanitaria. Ma lo scorso mese la situazione è nettamente migliorata e così è arrivato il via libera per cominciare, anche se il campionato è stato ridotto da 38 a 27 giornate e almeno per i primi mesi si giocherà senza tifosi. Protocollo rigido anche per chi va in campo: ai calciatori viene misurata la temperatura prima di entrare allo stadio, mentre chi sta in panchina deve indossare la mascherina, o almeno dovrebbe visto che Josè Morais, tecnico dello Jeonbuk, ne ha fatto a meno. Ma ci sarà tempo per abituarsi.

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