Cristiano Ronaldo a 360°. Dalla Juve al futuro, passando per gli obiettivi presenti e le curiosità personali. L'asso portoghese si racconta in una lunga intervista ai microfoni di Dazn: Cristiano o CR7? Non cambia, a casa mi chiamano Ronaldo. A scuola mi chiamavano Cristiano, nel mondo del calcio mi chiamano Ronny, Chris. Solo i tifosi mi chiamano CR7.
SUL BRAND CR7 - "Il mio mondo è il calcio, ma per me è importante anche il mondo fuori dal calcio. Sono diventato un uomo d'affari, è normale quando inizia a crare qualcosa di diverso, fuori dal mondo del calcio, ti vedono in modo diverso. Certamente è una cosa positiva, ma non mi importa più di tanto. La cosa più importante per me è ancora il calcio".
SULLA PERSONA RONALDO - "Per me esiste un solo Cristiano, non faccio differenze. Come ho detto prima, sono cose distinte, ma unite. Sono ungicoatore di calcio, mi piace quando le persone mi guardano e dicono 'Cristiano è questo'. Mi piace come sono".
SU QUANTO E' DIFFICILE FARE GOL IN SERIE A DA 1 A 10 - "Sette".
SUL DIFENSORE PIU' FORTE IN ITALIA - "Bonucci, Chiellini e De Ligt, quelli con cui mi alleno".
SULL'ITALIA - "Non solo il cibo, mi piace la cultura italiana".
SULLE DIFFERENZE TRA SERIE A E CHAMPIONS - "E' completamente diverso, anche nella testa. La Champions è la competizione migliore del mondo, a parte Mondiali ed Europei. La amo. Mi piacciono entrambi, ma la Champions è speciale".
SUL GIOCATORE PIU' FORTE IN ITALIA - "Lo sapete, ho vinto il premio come miglior giocatore del campionato. Per ora io, l'anno prossimo non so. E' bello, ma devo dire che ci sono tanti buoni giocatori. E' un grande onore, spero di vincere anche l'anno prossimo".
SULLA JUVE - "Mi piace tutto della Juve, hanno una buona cultura, è il miglior club in Italia. Ha una storia straordinaria, sono felice di essere qui, voglio vincere molti trofei con la Juve".
SULL'ARRIVO ALLA JUVE - "Mi ricordo la presentazione allo stadio, è stato bello. Ero con la mia famiglia, è stato bello e spciale".
SUL CALCIO - "A 18 anni pensi solo a divertiti, non hai responsabilità. Ora no, ora devi fare grandi performance e vincere trofei. Continuo a sentirmi bene, felice, motivato. Sono felice, motivato, voglio giocare ancora tanti anni".
SULL'ESULTANZA - "Ho iniziato a dire 'sì' al Real Madrid, quando vincevamo tutti dicevano 'siuu'".
UN PREGIO E UN DIFETTO - "Sono molto intelligente. Difetti? Io non ho difetti, sono sempre professionale".
SUGLI ALLENATORI CHE HA AVUTO - "Non sarebbe corretto se ne menzionassi solo uno, tutti sono stati speciali e mi hanno insegnato qualcosa".
SE GLI PIACEREBBE FARE L'ALLENATORE - "Non penso, in questo momento dico di no, non mi vedo allenatore. Ma mai dire mai".
SE SAREBBE PIU' UN TATTICO O UN MOTIVATORE - "Sicuramente un motivatore. Credo che tu debba fare il meglio per la squadra".
SULL'EUROPEO 2016 - "E' stato il trofeo più importante della mia carriera. Ho riso, ho pianto, ho riso, ho pianto, ho fatto l'allenatore, mi sono ubriacato dopo la partita. Ho bevuto un bicchiere di champagne ed ero un po' brillo. Quel giorno era speciale".
SULLA ROVESCIATA A TORINO - "Il gol più bello che abbia mai segnato. La standing ovation dello Stadium? Speciale. Erano i quarti di finale, c'era Buffon, in un bello stadio, una grande squadra. Una notte davvero speciale. Quando ho parlato con Buffon, ho pensato di trovarmi davanti una brava persona, simpatica e allegra. Dopo il gol si è semplicemente congratulato, è stato carino. Me lo ricordo bene, è sempre pronto ad aiutare gli altri, una bella persona".
SULLO SCUDETTO VINTO - "Allo stadio con me c'era mia mamma, un momento speciale. Quando abbiamo vinto lo scudetto, sono diventato il primo calciatore della storia a vincere in tre campionati diversi. Un trofeo è pur sempre un trofeo. Non importa che sia la Champions, la Serie A o la Nations League. Io amo vincere trofei".
SUL CALCIO - "Mi diverto ancora, è quello che mi piace fare. Se non ti diverti e non ami ciò che fai, è dura. Certo, ci sono alti e bassi, ma mi reputo una persona felice".
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