Ultima giornata emozionante all'Allianz Stadium per i festeggiamenti del 7° scudetto consecutivo e per l'addio in maglia bianconera di Buffon. Cori, abbracci e lacrime durante la sua uscita dal campo e nel corso dell'intero match, deciso dai gol in avvio di ripresa di Rugani e Pjanic. Cerci, a un quarto d'ora dal termine, ha siglato il definitivo 2-1. La Juve chiude a 95 punti, l'Hellas saluta con un altro ko
JUVENTUS-VERONA 2-1
49' Rugani (J), 52' Pjanic (J), 76' Cerci (V)
Commozione, ringraziamento e chissà cos’altro. Sono tantissime le emozioni che hanno caratterizzato l’ultima partita stagionale di Juve e Verona, e soprattutto l’ultima con la maglia bianconera di Gigi Buffon. Una giornata che il 40enne estremo difensore probabilmente non dimenticherà mai. Iniziata subito con i primi abbracci con i tifosi e poi i tanti incitamenti durante la sua partita. Poi la prima grande ovazione in occasione della conclusione respinta a Romulo, in quella che è stata praticamente la sua ultima parata in carriera in Serie A. Infine i tanti, tantissimi saluti e saltelli mentre gli ultras lo incitavano, fino all’uscita dal campo dopo 63 minuti tra i ringraziamenti e le lacrime di tutti i presenti in campo e sulle tribune. La partita in sé invece, inutile ai fini della classifica per entrambi, ha visto trionfare 2-1 la Juventus, il modo migliore per festeggiare il 7° scudetto consecutivo. Il Verona, dopo un ottimo primo tempo, è crollato a inizio ripresa sotto i colpi di Rugani e Pjanic. Dopo l’uscita del numero uno, anche il cielo non ha retto e ha cominciato a piovere, rendendo più complicata l’ultima fase di gara in cui i gialloblù hanno provato a rimontare con il gol realizzato da Cerci e dove Lichtsteiner, anche lui ai saluti, non è riuscito a mettere la ciliegina sulla torta al suo splendido cammino bianconero, fallendo il rigore del possibile 3-1. Errore che non ha influenzato minimante la festa dello svizzero e dei suoi compagni che hanno chiuso il campionato a 95 punti, miglior risultato dopo i 102 ottenuti da Conte, ma non sono riusciti a migliorare il record di clean sheet stagionali, rimasto a 22 in condivisione con il Milan. L’Hellas chiude a testa alta, ma saluta la Serie A incassando la 27^ sconfitta dell’anno.
Le scelte degli allenatori
Allegri sceglie ovviamente Buffon in porta, alla 640^ e ultima presenza in Serie A. Davanti al numero uno la coppia Barzagli-Rugani, con Lichtsteiner e Alex Sandro ai lati. Anche per lo svizzero è probabilmente l’ultima partita con la maglia della Juve, così come per Asamoah - promesso sposo dell'Inter -, relegato inizialmente in panchina. In mezzo al campo c’è Pjanic, protetto da Marchisio e Sturaro. In avanti la punta è Mandzukic, con Dybala e Douglas Costa che agiscono alle sue spalle. Pecchia invece opta per un 4-4-2, con Souprayen come partner difensivo di Caracciolo. Gli esterni sono occupati da Ferrari e Fares, mentre a centrocampo spazio a nuove leve, con Fossati e Danzi a formare la catena centrale e Romulo e Aarons a sfrecciare sulle corsie laterali. In fase offensiva infine Matos è il riferimento centrale, supportato da Cerci.
Dybala colpisce la traversa
La gara, dopo le prime lacrime in tribuna e gli abbracci di Buffon a compagni e tifosi, inizia subito con un ritmo alto. Le due squadre non hanno obiettivi da centrare, ma vogliono chiudere al meglio. L'Hellas parte quindi aggressivo e si fa subito vedere in avanti con una percussione di Cerci, fermato all'ultimo da Lichtsteiner. Dall'altra parte invece il più attivo è Douglas Costa, motorino instancabile della squadra di Allegri nella seconda parte di stagione, ma la prima conclusione del match spetta a Sturaro che non ci pensa due volte e spara alto dalla lunga distanza. Al quarto d'ora di gioco ecco che sale in cattedra il protagonista di giornata, Buffon, che si distente e neutralizza il destro di Fares, autore di una bella azione individuale sulla corsia di sinistra, con tanto di serpentina tra la retroguardia bianconera. La Juve esce dal guscio lentamente e, passato il primo quarto di match, comincia a mettere alle corde il Verona. Mandzukic di testa ha una buona possibilità, ma è costretto a saltare all'indietro e non riesce a dare forza e angolazione al pallone. Decide così di provarci Dybala, dopo uno scambio stretto con l'attaccante croato: il mancino della Joya si spegne a lato di poco. La squadra di Allegri insiste e si rende nuovamente pericolosa con Douglas Costa che punta il suo diretto avversario, Ferrari, e scarica col mancino. Nicolas di piede dice di no. Il portiere gialloblù si mette in mostra anche qualche secondo dopo, quando vola e manda in angolo la conclusione volante di Mandzukic, molto simile come dinamica al gol realizzato in finale di Champions lo scorso anno. I ragazzi di Pecchia non ci stanno a fare da comparsa allo Stadium e si riaffacciano in avanti con un ispirato Romulo. Al tiro però ci va Matos senza trovare lo specchio della porta. Al 39' è di nuovo il turno dei padroni di casa, con Dybala che si inventa una geniale giocata provando a beffare Nicolas con un tocco sotto dal limite dell'area che si stampa sulla traversa. In chiusura di primo tempo l'ultima chance a disposizione di Mandzukic che, da pochi metri, chiude alto con il mancino sprecando la possibilità del vantaggio. Prima del duplice fischio Sturaro dà forfait e lascia il posto a Bentancur.
Juve letale con Rugani e Pjanic. Buffon esce tra le lacrime
In avvio di secondo tempo la Juve rifila un terribile uno-due ai veronesi. Ci pensa Rugani a sbloccare la situazione, con un tap in facile sotto porta, dopo il sinistro di Douglas Costa respinto da Nicolas. Tre giri di orologio dopo è Pjanic a firmare la rete del raddoppio con la sua specialità: il calcio di punizione. Matos prova a riaprire l'incontro, ma viene fermato da Buffon in uscita, con l'arbitro che giudica il contatto regolare. A questo punto arriva il momento tanto atteso: dopo 6111 giorni e 63 minuti si chiude l'esperienza di Buffon in maglia bianconera. La gente sugli spalti sfoga il momento con le lacrime, il portiere della Juve riesce a trattenersi mentre abbraccia compagni e avversari e lascia il campo a Pinsoglio. Una volta seduto in panchina l'ormai ex numero uno della Nazionale si lascia andare e dà i primi segni di cedimento emotivo. In campo nel frattempo c'è spazio anche per Higuain per Douglas Costa, mentre in casa Verona Pecchia inserisce Franco Zuculini.
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