GENOVA - Due anime diametralmente opposte. La Sampdoria che vuole ancora credere nell'Europa e che azzanna l'avversario sin dai primi minuti, il Cagliari che si scioglie sotto il sole di Marassi e che ora si ritrova con tante cose appese ad un filo, la permanenza in panchina di Diego Lopez, per lui tira aria di guai con il presidente Giulini che ha lasciato lo stadio furibondo senza parlare con il suo tecnico, il mantenimento della serie A, perché a seguito di un calendario terribile (nel prossimo turno in Sardegna arriverà la Roma) l'odore di retrocessione è tremendamente forte, la conferma di molti giocatori, visto che gli stessi a Genova hanno mostrato di non possedere un'anima, protagonisti di un primo tempo inguardabile e di una ripresa animata più da furore agonistico e ammonizioni che da necessaria lucidità.
Lopez ha invitato a chiedere scusa ai tifosi, i suoi giocatori a fine gara lo hanno fatto, ma ora per i sardi le cose si mettono davvero male, al di là di un precipitoso ritorno in ritiro e di tutti i permessi per il ponte del primo maggio annullati. D'altra parte quando lotti per la vita non puoi consegnarti all'avversario in questa maniera, subendo gol dopo sei minuti, con Praet che si libera facilmente al limite dell'area con una veronica, si trova solo davanti a Cragno e con un tocco di precisione può realizzare la prima rete della sua stagione.
E non puoi nemmeno incassare un gol come il due a zero, una serie di rimpalli tutti persi dentro la propria area, Torreira che smarca Linetty, il polacco che serve Quagliarella e l'attaccante blucerchiato (quota 19 nella classifica marcatori) che appoggia in rete a porta vuota, ritrovando un gol su azione che mancava dal 21 gennaio. Orrori da difesa immobile, stile belle statuine, con la fortuna di avere un portiere Cragno che evita altre capitolazioni, su Kownacki, su Quagliarella lanciato a rete al 22' e anticipato in uscita, persino al 42' su un tiro dal dischetto, con Quagliarella che spara forte, l'estremo difensore che intuisce e il palo che aiuta nel negare il tre a zero.
Il problema, lo ha spiegato dopo la gara un Lopez sconsolato, è che quando sei così remissivo, finisci per avere guai ad ogni piè sospinto. Quel tre a zero tante volte rischiato, arriva al terzo minuto di recupero, con una spensierata e libera corsa di Bereszynki sulla destra, con un facile assist per Kownacki e un tocco spietato da posizione ravvicinata del connazionale, per un centro "made in Poland" che manda definitivamente in archivio la partita. La Sampdoria non chiedeva niente di meglio che un approccio così semplice. Scortata dagli scooter dei tifosi nella sua marcia verso lo stadio, un corteo che Giampaolo confessa ha regalato grande carica a chi era dentro al pullman, la squadra blucerchiata sapeva di dover vincere a tutti i costi per restare aggrappata al sogno europeo e ha felicemente sfruttato la scarsa consistenza degli avversari. L'unica nota stonata dei primi 45 minuti, in un reparto che già mancava degli infortunati Zapata e Caprari, è stata l'infortunio a Quagliarella, messo kappao da un'entrata assassina di Castan alla sua rotula sinistra.
L'attaccante ha cercato di resistere, ma subito dopo l'intervallo ha dovuto alzare bandiera bianca, lasciando il posto alla finta punta Ramirez. Un rifinitore che all'inizio ha incontrato forti difficoltà, anche per via di un Cagliari diverso, capace di accorciare subito con Pavoletti, in rete al 4' con palla depositata nella porta vuota su cross di Faragò, ma che poi ha preso confidenza e ha finito per marcare una seconda differenza. Gli ultimi venti minuti infatti, condizionati anche dall'espulsione di Cigarini, sono stati di nuovo di marca doriana, con bersaglio sfiorato
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