La Macron, tra le aziende leader internazionali nell’abbigliamento sportivo e partner tecnico del Bologna, riconverte in parte la produzione per realizzare mascherine. Lo riporta il “Corriere di Bologna”, che ha parlato con il CEO della società, Gianluca Pavanello.
«Siamo in contatto con le autorità che censiscono le richieste di materiale sanitario mancante perché in Cina siamo pronti a produrre in alcune fabbriche mascherine di ogni genere, ma anche grembiuli, guanti, calzari e quanto occorre, usa e getta e non», spiega Pavanello.
«Dobbiamo sapere solo di cosa abbiamo bisogno – aggiunge – e il via libera della Protezione civile. Abbiamo una trentina di dipendenti là che possono operare per reperire prodotti certificati. L’importazione avverrà grazie alla nostra piattaforma logistica che distribuisce, anche ora, maglie in tutto il mondo. I primi materiali potrebbero arrivare già in settimana, centinaia di migliaia di pezzi».
A Bologna, dice Pavanello, «non abbiamo linee di produzione, lavoriamo quasi tutti da casa, diciamo 100 su 130. Creativi, stilisti, grafici, amministrativi. Sul lato produzione siamo operativi al 100% perché in Cina e in Asia, dove abbiamo una ventina di impianti, tutto è ripartito come prima. Là siamo stati fermi alcune settimane, meno dello stop, perché l’emergenza si è sovrapposta al capodanno cinese, una vacanza nazionale con le fabbriche comunque chiuse».
Per quanto riguarda la produzione sportiva, «fino a un paio di settimane fa tutto andava avanti come se nulla fosse. I clienti esteri ci chiedevano, erano solidali ma era come se la cosa riguardasse solo noi. Dal 12 la consapevolezza è aumentata e c’è stata una escalation importante».
«Siamo arrivati al crollo degli ordini – spiega –, prevedibile. Ora il business è solo extraeuropeo. Per noi questo periodo non è così strategico come alla fine dell’estate per cui, anche se il fatturato soffre, possiamo resistere e prepararci per essere pronti alla ripresa», ha concluso il CEO di Macron.
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