terça-feira, 1 de maio de 2018

Champions, Real Madrid in finale: terza consecutiva, basta il 2-2 col Bayern

La doppietta di Benzema porta Zidane a Kiev, i tedeschi in gol con Kimmich e James, ma che errore Ulreich sulla seconda rete degli spagnoli


La festa del Real a fine gara. Afp
La festa del Real a fine gara. Afp
Alla fine passa sempre il Madrid. La squadra di Zidane soffre da matti, si difende coi denti, finisce assediata, arroccata, spaventata, non gioca granché bene. Ma arriva alla terza finale consecutiva, la quarta in 5 anni. A Kiev il 26 maggio proverà a mettere le mani sulla sua tredicesima Champions, terza consecutiva, cosa che non si vede dal 1976, quando fece triplete il Bayern di Beckenbauer. Zidane prosegue la sua immacolata serie: in Champions non è mai stato eliminato.
SOFFERENZA MAIUSCOLA — Lo stesso Bayern che ha pareggiato 2-2 al Bernabeu senza riuscire a ribaltare il 2-1 sofferto a Monaco una settimana fa. Partita mostruosa per emozioni e occasioni, errori e tensioni, pathos e tensione, come lo scorso anno: allora dopo lo stesso risultato all’andata nel ritorno al Bernabeu il Madrid vinse 4-2 ai supplementari. Stavolta se l’è cavata prima, ma la sofferenza è stata maiuscola e le proteste per due rigori reclamati dal Bayern resteranno nell’aria. In due sfide ci sono stati 7 gol e nessuno di Ronaldo e Lewandowski.
Sergio Ramos esulta con Keylor Navas. Getty
Sergio Ramos esulta con Keylor Navas. Getty
Sergio Ramos esulta con Keylor Navas. Getty
KARIM E KEYLOR — Gli eroi blancos si chiamano Karim Benzema, l’uomo che il Bernabeu ama odiare e fischiare, e Keylor Navas, il portiere che alla Casa Blanca vogliono cambiare da due anni. Due reti per il francese, una serie di parate per il ‘tico’, l’ultima su Lewandowski assolutamente miracolosa. Il Bayern deve piangere i propri errori, su tutti il pasticcio tra Tolisso e Ulreich che in avvio di ripresa ha regalato il vantaggio al Madrid. Heynckes se ne va di nuovo: nel 2013 lo fece col triplete, stavolta può aspirare al massimo a una double.
ASSENTI E RIMEDI — Zidane è senza Carvajal e Isco, infortunati, e decide di sorprendere: non rischia Nacho, fermo da un mese, e arretra Lucas Vazquez, terzino rimediato. E in mezzo decide di provare con Kovacic al posto di Casemiro, mossa azzardata se ce n’è una. Davanti Benzema e Asensio con Ronaldo. Heynckes ha problemi più evidenti: Neuer, Boateng, Vidal, Coman e Robben sono tutti fuori. Rientra Alaba e a centrocampo con Thiago e James Rodriguez c’è Tolisso invece di Javi Martinez.
DOMINIO TEDESCO — Thiago fa da Busquets, per citare un esempio caro alle sue orgini: davanti alla difesa arretra a prendere palla e la conduce con intelligenza. E il Bayern domina in mezzo: Kovacic corre senza saper chi andare a inseguire, Modric deve aiutare Lucas Vazquez in difficoltà e Kroos soffre. Con la Juve il Madrid aveva preso gol al secondo minuto, col Bayern ritarda di poco: prima che termini il terzo minuto i tedeschi sono avanti, rete di Kimmich, già in gol all’andata, che approfitta di un errore di Ramos su cross di Müller.
APPARE BENZEMA — Sembra il replay della gara con i bianconeri, Madrid spaventato e Bayern in controllo: la squadra di Heynckes attacca con un gran numero di uomini, Alaba l’esempio di aiuto offensivo più fulgido, però rispetto alla Juve la squadra di Zidane trova il gol rapidamente: 81 secondi di possesso, 28 passaggi tra 9 giocatori e cross finale di Marcelo per Benzema sul palo opposto, che non sbaglia. Il francese che il Bernabeu ama fischiare in Champions quest’anno aveva segnato solo 2 reti all’Apoel però ieri è apparso dal nulla, come fece anche nella semifinale di un anno fa quando s’inventò la mossa che portò alla rete di Isco al Calderon, con l’Atletico già avanti 2-0 e il Madrid alle corde.
IL BAYERN PROTESTA — Il Bayern non si è fatto turbare minimamente e ha continuato ad attaccare. Ha chiesto a gran voce due rigori: il primo di Ramos su Lewandowski, e se ne può discutere a lungo, e il secondo per una mano di Marcelo su cross di Kimmich nel recupero con tweet inferocito dell’infortunato Boateng. In mezzo ha sprecato un’occasione ravvicinata con James Rodriguez e ha rischiato qualcosa sui contropiede del Madrid con una bella parata di Ulreich su Ronaldo.
SUICIDIO A QUATTRO MANI — Poi si è suicidato. Parte la ripresa, Tolisso serve Ulreich senza guardare, Benzema è appostato e viene ulteriormente favorito dal goffo errore della riserva di Neuer, che prima prova a prendere la palla con le mani poi confuso buca completamente l’uscita e lascia la porta vuota al francese.
PAREGGIO E ARREMBAGGIO — Il Bayern, sconfitto sempre nelle ultime 6 sfide col Madrid, si rialza di nuovo e pareggia con James Rodriguez, ex che non festeggia. Erano due anni che il colombiano non faceva gol in Champions. A quel punto non ci sono più ordini od ordine, ma solo arrembaggio e difesa, contropiede e pressing, cuore e polmoni. Il Bayern a testa bassa, il Madrid rinchiuso fino al 96’ nella propria area, aggrappato a Keylor Navas. Resiste, e aspetta in finale una tra Roma e Liverpool. La leggenda blanca in qualche modo continua, il Bernabeu canta in estasi: "Siamo i re dell’Europa".
Dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci 

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