Non sempre le statistiche sono sufficienti per inquadrare l'andamento delle squadre. I numeri sul mercato, però, possono spesso aiutare. E riavvolgendo il nastro dell'ultimo decennio, tifosi e addetti ai lavori del Borussia Dortmund non possono far altro che sorridere. Gestione ottima e grandi incassi sono alla base dei ritrovati successi in campo. Tutto parte nel 2010, quando nella Ruhr - da sempre ricca regione tedesca - torna il Meisterschale, trofeo riservato ai vincitori della Bundesliga. Il merito è in gran parte di Jurgen Klopp, giallonero dal 2008. È il primo anno in squadra per Shinji Kagawa, prelevato per soli 350 mila euro dal Cerezo Osaka; Lukasz Piszczek, arrivato a parametro zero e tutt'ora in rosa dopo 232 presenze; e soprattutto Robert Lewandowski, pagato 4,7 ai polacchi del Lech Poznan.
BAYERN GUSTAFESTE, MA ARRIVANO I TALENTI - L'anno dopo Klopp si ripete: a Dortmund arrivano Perisic (5,5 milioni, Bruges) e Gundogan (5,5 milioni, Norimberga), la squadra bissa il successo in Bundes e vince la Coppa di Germania. Il 2012-2013 è il grande anno europeo: con un Reus in più (17,1 milioni, Gladbach) e un Kagawa in meno (16 milioni, Manchester United), Klopp raggiunge il 2° posto in Bundesliga e la finale di Champions League. È il Bayern di Heynckes a rovinare la stagione perfetta dei gialloneri. Passa un anno ed è nuovamente tempo di plusvalenze: Gotze, prodotto del vivaio, passa al Bayern Monaco per 37 milioni. Il Westfalenstadion accoglie però due nuovi talenti: Aubameyang, pagato 15 milioni al Saint-Etienne, e Mkhitaryan, proveniente dallo Shakhtary Donetsk e costato 27 milioni. Risultati? Secondo posto in Bundes e conquista della Supercoppa tedesca.
GOL E INVESTIMENTI - Il 2014-2015 è l'anno del cambiamento: via Klopp, c'è Tuchel. In squadra arrivano Immobile (18,5 milioni, Torino) e torna Kagawa (8 milioni), mentre se ne va Lewandowski. Il polacco saluta a costo zero, in scadenza di contratto. È comunque un affare: i 4,7 milioni spesi nel 2010 hanno reso 74 gol in 131 gare. Nei due successivi anni arrivano un secondo e un terzo posto, una coppa di Germania e importanti cessioni: salutano Immobile (11 milioni, Siviglia), Mkhitaryan (42 milioni, Manchester United), Hummels (pagato 4 milioni nel 2008, viene venduto a 35) e Gundogan (27 milioni, Manchester City). Escluso l'attaccante italiano, una pioggia di plusvalenze. Soldi subito reinvestiti con gli arrivi di Shurrle (30 milioni, Wolfsburg), il ritorno di Gotze (22 milioni) e Ousmane Dembélé (15 milioni, Rennnes).
PLUSVALENZE RECORD - Nel 2017-2018 saluta anche Tuchel: in panchina si alternano Bosz e Stogen, mentre l'anno dopo c'è Favre. Arriva un quarto posto, ma parte il biennio delle grandi cessioni: arrivano Yarmolenko (25), Philipp (20), Tobrak (12), Witsel (20), Diallo (28) e soprattutto Sancho, pagato 7,8 milioni (oggi ne vale 120 e in questa stagione è a quota 11 gol in 25 gare). Salutano Dembélé (125 milioni, Barcellona), Aubameyang (63, Arsenal) e Pulisic (prodotto del vivaio giallonero, il Chelsea lo paga 64 milioni).
HAALAND CILIEGINA - L'ultimo capolavoro è quello della stagione in corso: addio e plusvalenze per Diallo (al PSG per 32 milioni) e Philipp (alla Dinamo Mosca per 20 milioni). A Dortmund arrivano Hummels (30,5 milioni, cifra non spropositata considerando le recenti spese europee per i difensori), Schultz (25,5), Hazard (25), Brandt (25) e il freschissimo Haaland (20 di clausola, più almeno altrettanti di commissioni). Investimenti, vero, ma quasi sempre indovinati. Lo dimostrano i 7 trofei del decennio, che hanno fatto seguito a dieci anni con un unico titolo. E i conti? Sorridono. Secondo il portale transfermarkt, parliamo di 646 milioni di spesa a 701 di entrate. Chapeau. Se preferite, glückwünsche.
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