Ottima Lazio per 55' e vantaggio di Immobile al 10' della ripresa, poi la squadra di Inzaghi crolla: pari di Dabbur dopo 120', gol di Haidara, Whang e Lainer tra il 27' e il 31' s.t.
Una notte da Euro-choc. Difficile da spiegare, ancora più dura da digerire. La Lazio è eliminata dall'Europa League dopo un ottimo primo tempo, essere passata in vantaggio al 10' della ripresa con Immobile e forte del 4-2 dell'andata. Perde 4-1, la sequenza dei gol dal 2-1 al 4-1 si completa addirittura in tre minuti e il Salisburgo vola alle semifinali di Europa League. Mentre una Lazio incredula se ne torna a casa. Senza averci capito più nulla dal quarto d'ora della ripresa.
45' SENZA PERICOLI — L'avrà immaginata prudente, Simone Inzaghi se l'è ritrovata da battaglia nel primo tempo, non pervenuta nella ripresa dopo il vantaggio di Immobile. Lazio tosta, quasi imperforabile, durissima da far male nei primi 45', irriconoscibile nei secondi. Si poteva intuire già dal riscaldamento che l'opzione dei centimetri e dei muscoli di Milinkovic a centrocampo, liberando Luis Alberto dalle consegne di copertura, fosse dettata dalla strategia di avere una squadra fisica e bella compatta. In effetti, il muro laziale c'è, ma è un muro part time crollato nella seconda parte della partita. Nel primo tempo funziona. La sbavatura al centro dopo pochi minuti, quando Hwanga prova a spaventare Strakosha, è un'eccezione alla regola. La Lazio è solida, non rischia niente, alla fine le capita anche l'unica chance del primo tempo (sprecata da Immobile). Anche a Salisburgo è arrivato il libeccio della ultima due giorni di Champions, che ha soffiato nella direzione delle grandi rimonte. Così la scelta è stata ovvia e gratificata da un primo tempo da pericoli zero, mettendo in cassaforte il 4-2 con il quale si è ripartiti in questa gara-due dei quarti di Europa League, sprecando tutto in una ripresa sciagurata.
PRIMO TEMPO SUPERIORE — Nel primo tempo Milinkovic è il puntello nel centrocampo, i rinforzi all'assetto ribassato arrivano dalle posizioni di Lulic e Basta più in modalità "terzini" vecchio stampo che da "esterni" da calcio moderno. L'interprazione di Lucas Leiva a metà campo è da Ogni Maledetta Domenica. Gli austriaci ci mettono la voglia, vero, ma quando De Vrij e compagnia la mettono sul piano fisico il confronto diventa impietoso. Non rischia contro questi austriaci piccoletti, qualche potenziale pericolo arriva da contropiede nati male e finiti peggio, ma Radu e De Vrij non regalano niente. Chi si aspetta un Salisburgo arrembante rimane deluso: la strategia di Simone Inzaghi funziona nella prima parte della gara, al punto che l'unica vera occasione del primo tempo cade nei piedi di Immobile. A due minuti dal riposo, Ciro da pochi passi sbatte su Walke. Sarebbe stata la fideiussione per ipotecare il passaggio del turno.
L'ILLUSIONE DI CIRO — Quando si rientra dall'intervallo, il copione sembra essere identico. Lazio perfettamente in palla, e arriva anche lo strappo dopo dieci minuti con il vantaggio di Immobile (implacabile nell'esecuzione) lanciato da un illuminato Luis Alberto. A questo punto il discorso qualificazione sembra chiuso. Sembra. Ma qui accade l'impensabile.
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