Roma e Lazio sono state brave come società, a volte danno l’impressione, specie quella di Lotito, di essere un club familiari, ma hanno fatto molto bene dal punto di vista del calcio, con Monchi e Tare che hanno operato scelte sul mercato molto competenti. Poi si sono affidate a due allenatori giovani, entrambi portano avanti una loro idea di calcio. Inzaghi è più pragmatico, sta più attendo a quello che fa l’avversario, mentre Di Francesco va avanti con la sua ispirazione per fare il calcio che piace a lui, lo ha dimostrato anche con le grandi d’Europa. Questo mix, società-allenatore ha portato ad essere avanti, in questo momento, le due romane. Sul fronte milanese è necessario fare una distinzione. Penso che l’Inter, al di là di tutto, stia facendo bene con Spalletti; il Milan ha pagato un inizio difficilissimo e traumatico, cambio d’allenatore, società nuova. Inter e Milan mi sembrano ancora due progetti che cercano una loro definizione. Roma e Lazio ce l’hanno già.
Roma coraggiosa, Di Francesco allenatore moderno
La Roma? Ha avuto coraggio e non è arrivata lì, in semifinale di Champions, per caso. Non è stata un’impresa estemporanea di una sera. Siamo almeno di fronte a tre imprese straordinarie: dal Chelsea al Barcellona, arrivando fino ai quattro gol rifilati al Liverpool che, non dimentichiamolo, non aveva mai perso in Champions. Addirittura, ti viene il dispiacere- come ha detto Di Francesco in conferenza- di aver buttato via gli ultimi minuti. Questo ragionamento dell’allenatore mi è piaciuto molto: è un pensiero di un vero uomo di calcio. Perché oltretutto la Roma fa un calcio bello, divertente, coraggioso, lontano dalla cultura difensivista italiana. Questo è il frutto di un allenatore moderno come Di Francesco, che ha lavorato bene, anche nella valorizzazione dei giocatori a sua disposizione.
Di Francesco bravo ad andare avanti con sue idee, tappandosi, a volte, le orecchie…
In estate c’era scetticismo intorno alla Roma di Di Francesco, sembrava una squadra completamente ridimensionata, senza Salah e Rudiger e Spalletti sembrava insostituibile. Penso che, piano piano, Di Francesco si sia conquistato la fiducia di tutti, con il coraggio delle sue idee. Con la sua idea di calcio che si sviluppa spesso sulle fasce, mettendo qualità ai lati per poi colpire. Ha rivalorizzato giocatori come El Shaarawy e Under, ha fatto crescere Pellegrini. La Roma adesso si trova con un gruppo storico di assoluta affidabilità al fianco di giovani interessanti. Di Francesco è stato bravo ad andare avanti con le sue idee, rimanendo sempre concentrato sul campo e sulle sue idee di gioco, spesso anche tappandosi le orecchie, perché in una piazza come Roma le critiche, a volte, sono un po’ eccessive.
Sarri? Sa l’inglese, ma con Napoli c’è patto di sangue
Sarri? Penso che sia già stato avvicinato, già da un po’ di tempo, da qualche emissario che parla inglese: difficile resistere ad una sfida così affascinante. Ma non bisogna dimenticare che l’allenatore ha una clausola molto pesante, di 8 milioni di euro, e c’è quasi un “patto di sangue” tra lui e la città di Napoli. C’è un amore viscerale nei suoi confronti da parte dei tifosi e questo sentimento è ricambiato: non è facile per lui andare via…Detto questo, penso che Sarri sia pronto per un’esperienza in Premier (per lui, si parla del Chelsea). L’inglese? Mi risulta che già lo parli. Ritengo che sia una persona con un patrimonio tale di soluzioni tattiche, di idee e concetti di pallone, che li potrebbe trasferire tranquillamente in Inghilterra. Certamente si troverebbe a gestire una rosa più ampia rispetto a quella del Napoli e questo, per lui, potrebbe essere un vero test. Questo mese sarà decisivo, ma secondo me, Sarri, in questo momento non sa ancora esattamente cosa fare. Sarà decisivo anche capire come si chiuderà la stagione del Napoli e anche come sarà il rapporto con il presidente De Laurentiis.
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