domingo, 22 de abril de 2018

Juventus-Napoli 0-1, Koulibaly al 90’ prova a scucire lo scudetto alla Signora: -1


La squadra di Sarri allo Stadium fa la partita ma è quella di Allegri a colpire un palo con Pjanic. Poi l’incornata del senegalese allo scadere ribalta le prospettive



L’ultimo assalto è quello buono. Ci pensa il gigante Koulibaly a riaprire a tutti gli effetti la corsa scudetto. Dopo sei sconfitte consecutive, il Napoli espugna lo Stadium e lo fa al 90’ di una partita che sembrava incollata sullo 0-0. Così in un baleno, il miglior giocatore dei sarriani cambia l’equilibrio costituito e le ultime quattro giornate promettono scintille perché la Juve impacciata, imprecisa e spesso in affanno, vista con i partenopei, ha in calendario due trasferte tostissime: sabato prossimo a San Siro contro l’Inter e alla penultima a Roma con i giallorossi. Difendere il punticino di vantaggio rimasto non sarà semplice per gli uomini di Allegri che il 9 maggio devono anche preoccuparsi della finale di Coppa Italia con il Milan. Il Napoli, che ha recuperato cinque punti in quattro giorni e due partite, ha la forza dell’entusiasmo e la consapevolezza di poter spaccare il mondo, anche di poter vincere domenica a Firenze e poi con Torino, Sampdoria (a Marassi) e all’ultima con il Crotone. Il duello continua e si annuncia effervescente.

Quello italiano è il campionato più incerto e combattuto d’Europa anche se la partita scudetto non è granché. Gli azzurri, al 30° risultato utile in trasferta con 24 vittorie, hanno il merito di crederci di più, anche se raramente impensieriscono i bianconeri. Resta il fatto che Buffon è il migliore della Juve e che, prima di essere trafitto dall’incornata implacabile di Koulibaly sull’angolo morbido di Callejon, il portierone ha i riflessi giusti su Zielinski e sul tiro cross maligno di Insigne. Reina invece non si sporca neppure i guanti. La Juve chiude senza neanche un tiro nello specchio.

Molto meglio il Napoli con i suoi triangoli geometrici, il pressing alto, i raddoppi nelle marcature. La capolista è impacciata e imprecisa, sbaglia quasi tutte le uscite, gioca spesso palla all’indietro per Buffon, non spinge sull’acceleratore. È quasi un paradosso che, al netto del gol in fuorigioco di Insigne, sia bianconera l’occasione più nitida del primo tempo: la punizione di Pjanic, deviata da Callejon in barriera, sbatte sul palo con Reina fuorigioco. La squadra di Allegri è come frenata e non riesce quasi mai a liberarsi dalla pressione del Napoli, apparentemente più libero di testa e più convinto. I sarriani, che non vincevano a Torino dal 2009, giocano con la difesa alta, gli esterni che spingono e il tridentino che si muove parecchio cercando di togliere punti di riferimento. L’infortunio di Chiellini è una complicazione notevole per Allegri che sopperisce con l’inserimento a destra di Lichtsteiner e l’accentramento di Howedes a fianco di Benatia. Al Napoli mancano freddezza e precisione negli ultimi 16 metri: Hamsik, una volta per tempo, spreca.
Allegri nell’intervallo prende una decisione forte ma corretta, togliendo lo spento Dybala per Cuadrado e trasformando il 4-2-3-1 in un 4-5-1 per dare sostanza al centrocampo. Poi è la volta di Mandzukic per Douglas Costa, mentre Sarri prova con Milik per l’evanescente Mertens. Non cambia la sostanza. Il Napoli ci prova, la Juve si accontenta. Sino all’ultimo soffio di partita. Il campionato è riaperto e promette un gran finale.

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