terça-feira, 15 de maio de 2018

Nazionale, Mancini: "Voglio riportare l'Italia a vincere. Chiamerò Balotelli"


Roberto Mancini. Ansa


Il nuovo commissario tecnico si presenta: "Essere qui è il sogno di tutti, facile scegliere. Ci vuole rispetto per i club e per i giocatori, rosa ampia. Chiamerò giocatori di qualità"


Quarantacinque minuti di conferenza: mezza partita di quelle che Roberto Mancini "giocherà" da c.t. della Nazionale. La sua Nazionale: un sogno che si avvera, ha detto. E il commissario della Figc Roberto Fabbricini, aprendo la sua prima conferenza stampa nel nuovo ruolo, ha spiegato che "la scelta è stata determinata dal fatto che tutti i fattori che ritenevamo necessari si assommano nel nome di Roberto Mancini, che ringrazio per essersi dimostrato così innamorato di questa scelta. Anzitutto una voglia smisurata di sedersi su questa panchina, una forte spinta interiore di occupare una panchina così storica. E’ persona di grande competenza tecnica, forse la soluzione migliore fra le migliori. E poi serviva attenzione all’impegno finanziario della Figc. Tirate le somme abbiamo ritenuto Mancini la persona più adatta. E’ stato un grande calciatore, e non guasta, e ha avuto panchine importanti, ha vinto trofei ovunque ha allenato. E ha fatto una rinuncia importante anche a livello economico, interrompendo il rapporto con lo Zenit: anche questo è significativo"
LE PRIME PAROLE — Poi è toccato a lui, Mancini. Pensieri e parole in libertà, in attesa di tuffarsi, la prossima settimana, nella sua nuova avventura. Tre amichevoli in otto giorni: comincerà a San Gallo, il 28, con l’amichevole contro l’Arabia Saudita, poi in rapida successione Francia (1 giugno) e Olanda (4): "Sono abbastanza emozionato: diventare ct. della Nazionale non è così banale. Ringrazio i commissari, Michele Uva e Lele Oriali, che mi hanno fatto sentire che mi volevano al cento per cento. E’ stata una scelta facile: sono orgoglioso, ho messo piede per la prima volta a Coverciano nel 1978, con l’Under 14, tornarci da c.t. mi rende felice, anche per i miei genitori, penso possano essere orgogliosi. Ringrazio tutti gli allenatori avuti da giocatore, che mi hanno aiutato per la crescita anche da allenatore".
Il neo commissario tecnico a Coverciano. Getty
Il neo commissario tecnico a Coverciano. Getty
LA SCELTA — Mancini poi spiega la scelta, in controtendenza rispetto ad alcuni colleghi: "Diventare c.t. è la massima aspirazione per tutti allenatori. Ci sono momenti in una carriera in cui vanno prese decisioni. Io alleno da tanti anni, penso sia il momento giusto. Bisogna fare qualcosa per la Nazionale: non essere al Mondiale è stato un colpo per i tifosi. Tutti gli allenatori aspirano a questo ruolo, ho pensato fosse il momento giusto".
PRIMI NOMI — Il neo-c.t. risponde anche su alcuni nomi fatti per la squadra o per lo staff: "La cosa più bella della Nazionale è che non bisogna andare a comprare giocatori in giro. Anche in momenti difficili in Italia si possono trovare giocatori di qualità. Balotelli? Ci parleremo, probabilmente lo chiameremo, lo vogliamo rivedere come è stato agli Europei con Prandelli. Di Pirlo (per lo staff, ndr) abbiamo parlato con Costacurta e Oriali, adesso bisogna sentire lui e capire cosa vuol fare. Anche con Buffon parleremo per la partita di Torino: per adesso non c'è stato tempo. Voglio riportare l'Italia dove merita: sul tetto del Mondo e dell'Europa. Di Europei ne abbiamo vinti pochi. Non sarà facile, ci sarà molto da lavorare, ma potremo farcela".
RAPPORTI COI CLUB — "L’Italia ha vinto quattro Mondiali, si può vincere anche se non alleni tutti i giorni. I giocatori bravi ci sono sempre stati: un tempo ce n’erano talmente tanti che la qualità tecnica era impressionante. Ma ce ne sono ancora abbastanza per mettere in piedi un’ottima squadra. I momenti difficili possono capitare, anche una mancata qualificazione può succedere. Non credo nemmeno che sia giusto dare la colpa a un allenatore. Certo, se non vinci in azzurro hai 50 milioni di persone arrabbiate con te, ma se riesci a vincere è una soddisfazione più grande. E' difficile che un c.t metta d'accordo tutti, ogni tifoso vede il calcio a modo proprio, ma per unire bisogna vincere un trofeo importante. Nel rapporto coi club ci vuole rispetto, per loro e per i giocatori che giocano tantissime parite. Bisogna vedere come stanno, e valutare se a volte non vanno lasciati a casa a riposare. Per questo rosa ampia, poi è normale che i club devono aiutare la Nazionale".
GIOCO E STAGE — Nessuna anticipazione su modulo e idea di gioco: "I giocatori in capo sono sempre undici . Difficile dire adesso come giocheremo, anche perché devo conoscere meglio alcuni giocatori stando insieme, ma poi certo adatterò le mie idee ai giocatori. Non chiedo stage, se avremo la possibilità ne faremo per vedere i giovani, ma vanno rispettati anche i club e i giocatori che giocano già tantissimo e viaggiano già tantissimo. Il c.t. ha l'obbligo di stare vicino alle squadre giovanili, ma l'Under 21, la 19 e le altre avranno un loro allenatore che io non intendo disturbare".
SOGNI E BEL GIOCO — Ai giocatori chiede principalmente una cosa: "Importate è che tirino fuori i sogni che hanno nel cuore: da ragazzino vedi le partite della Nazionale in tv, fai il tifo, sogni. I sogni sono importanti, come dare il massimo per la Nazionale Criscito? In Nazionale ci sarà spazio per tutti quelli che faranno bene, ma dobbiamo costruire anche per i prossimi anni, quindi l'età conterà. Ma se i "vecchi" come De Rossi saranno ancora i migliori quando dovremo giocare partire importanti verranno chiamati". E sulla annosa questione "bel gioco o risultati" risponde: "Non sempre riesci a giocare bene e a vincere. Ma è difficile che chi vince non giochi bene. Cercherò di chiamare il maggior numero possibile di giocatori tecnici per giocare il meglio possibile".

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