A Torino i partenopei fanno la propria gara, sfiorano il vantaggio in un paio di occasioni, pressano alti e subiscono di rado le ripartenze della Juventus. Il tutto prima della zuccata di Koulibaly che porta gli azzurri a -1 e fa sognare un popolo intero.
La serata perfetta. Qualora qualche tifoso l'avesse disegnata, oppure soltanto immaginata, non sarebbe riuscito minimamente ad immaginarla così. Il Napoli aveva un solo risultato a disposizione per riaprire il campionato definitivamente e continuare a credere nel suo sogno, la vittoria, e vittoria è stata. Nel modo migliore possibile. Perché al di là del gioco espresso, dell'energia messa in campo per 90 minuti allo Stadium nell'intento - riuscito - di non far giocare la Juventus da dietro, di non farla entrare in partita e di ripartire, c'era la necessità di tagliare le gambe alla Vecchia Signora anche dal punto di vista mentale, in vista del prosieguo della stagione: quale migliore modo di un gol al 90', il secondo in poche settimane, per acuire la crisi dei piemontesi e squarciare il petto di questi ultimi facendo sanguinare una ferita che a stento provava a ricucirsi dopo Madrid?
La zuccata di Koulibaly al minuto 90 della sfida dell'Allianz Stadium è la ciliegina su una torta che il Napoli ha preparato appositamente per l'occasione. Gli azzurri, rinvigoriti dalle vittorie di rimonta su Chievo ed Udinese, oltre che dal pareggio della Juve a Crotone, hanno ritrovato energie mentali prima ancora che fisiche, riuscendo ad imporre alla gara il proprio credo, mettendo in campo le proprie idee. Pressione alta, recupero della sfera quanto prima possibile e fraseggio nello stretto. Nonostante la fisiologica lentezza di quest'ultimo, inevitabile arrivati a questo punto della stagione dove le energie fisiche latitano, sono la testa, la serenità ed i nervi saldi che fanno la differenza. Il Napoli di Torino non ha avuto paura, mai, di perdere la partita - fatta eccezione per il palo di Pjanic dopo pochi minuti, da calcio piazzato.
La squadra di Sarri è scesa in campo per fare la sua partita, lasciando le briciole alla squadra di Allegri in fase di impostazione e di manovra, altresì di ripartenza. Quasi mai coinvolto in partita Dybala, altrettanto il compagno di squadra e nazionale Higuain, divorato da Albiol e Koulibaly. Qualche fiammata, rara, di Douglas Costa, frutto più di una voglia di scossa personale che altro. La Juve di ieri sera è la versione più sbiadita possibile dei sei volte campioni d'Italia in carica e, lo zero nella casella dei tiri verso la porta di Reina a fine partita, lo dimostra nel modo più impietoso possibile. I meriti sono in gran parte della solidità e del cinismo mostrati dalla retroguardia partenopea, mentre dalla parte opposta sia da destra che da sinistra gli azzurri provano a sfondare con le incursioni di Hamsik, frizzante come nei giorni migliori. Chi non carbura invece è Mertens, mentre Callejon si riprende con il passare dei minuti.
Il Napoli legittima in fase di costruzione un predominio mentale prima ancora che tecnico sulla contesa, nonostante crei sostanzialmente poco. La pressione degli ospiti cresce con il passare dei minuti nella ripresa, nonostante i cambi di Sarri siano stranamente contenitivi con una Juve che appariva come un pugile che si poggia stancamente sulle corde in attesa del gong conclusivo. Milik entra bene in partita, meglio del collega Mertens, così come Zielinski, positivo in possesso ed al tiro. I partenopei ci sono e lo dimostrano con il passare dei minuti, tenendo alta la concentrazione e la pressione, asfissiante sui portatori di palla di casa. Da un errore della retroguardia di Allegri nasce l'azione che porta al corner finale: Insigne impegna Buffon, Callejon pennella per Koulibaly, che squarcia l'aria e zittisce lo Stadium. Il pizzico di follia auspicato.
Cinismo, quello proprio della Juventus per anni, usato come arma del delitto perfetto, che si consuma ad un passo dal traguardo finale. L'impresa è fatta. Il Napoli si riporta a -1 a quattro giornate dal termine, con il calendario che sorride e strizza l'occhio agli azzurri. Impossibile dire il contrario, anche perché dal punto di vista psicologico la strada per i bianconeri è tutta in salita, dopo aver subito l'ennesima beffa nel finale che potrebbe costare una stagione intera: adesso la trasferta di San Siro, è verosimilmente lo spartiacque della stagione dei torinesi, con la banda Sarri pronta ad approfittare di uno scivolone che potrebbe significare sorpasso. Dal possibile -9 a -1 nel giro di 120 minuti: il Napoli può continuare a sognare.
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